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Celebrazione del ciclismo a Passariano: Beppe Conti, Antonio Simeoli, Franco Bortuzzo e la voce del Tour

La redazione La redazione
07/06/2025
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Celebrazione del ciclismo a Passariano: Beppe Conti, Antonio Simeoli, Franco Bortuzzo e la voce del Tour
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Appuntamento a Passariano il 14 e 15 giugno 2025 con Beppe Conti, Antonio Simeoli, Franco Bortuzzo e la voce del Tour

PASSARIANO (UDINE) – Nella regione del Friuli Venezia Giulia, la bicicletta rappresenta più di un mezzo di trasporto: è un simbolo di fatica, conquista e libertà. In un territorio caratterizzato da salite impervie, valli silenziose e borghi affacciati sui tornanti, il ciclismo è parte integrante dell’identità collettiva. E proprio in questo contesto, Villa Manin di Passariano, storica residenza dei dogi veneziani, ospiterà due serate speciali dedicate alle imprese leggendarie del ciclismo.

Le serate del 14 e 15 giugno saranno all’insegna della memoria sportiva e della narrazione coinvolgente, grazie alla presenza di voci autorevoli del giornalismo e del documentarismo italiano, ospitate nella Barchessa di levante dell’antica villa. Sarà un’occasione per celebrare la storia del ciclismo in Friuli Venezia Giulia, dove ogni tornante racconta una storia, ogni salita custodisce un ricordo, e ogni tappa è entrata nel cuore di chi ama le due ruote.



Sabato 14 giugno: i miti del Giro d’Italia in Friuli tra immagini, emozioni e aneddoti

La serata del 14 giugno prenderà il via alle ore 20.30 con un appassionato dialogo tra due esperti del racconto sportivo: Beppe Conti, storico del ciclismo e volto amatissimo della RAI, e Antonio Simeoli, giornalista del Messaggero Veneto, autore del libro “Zoncolan: la montagna diventa mito”. Insieme, guideranno il pubblico in un viaggio emozionante tra dieci tappe memorabili del Giro d’Italia disputate nella regione.


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Dalle rampe infuocate dello Zoncolan alle pendici del Piancavallo, dai paesaggi lunari del Montasio alle strade cittadine di Udine e Trieste, il racconto si snoderà tra filmati d’archivio della RAI, curiosità storiche e riflessioni sull’evoluzione di questo sport epico. Verranno rievocate le gesta di Pantani, Simoni, Cipollini, Saronni, e tanti altri campioni che hanno lasciato la loro impronta sulle strade friulane.

Particolarmente toccante sarà il ricordo della discussa tappa di Trieste del 1946, una corsa tra le tensioni del dopoguerra, quando Giordano Cottur entrò nella sua città, ancora esclusa dai confini italiani, tra le grida di una folla divisa tra orgoglio e incertezza. Un momento che va oltre lo sport, toccando la sfera della storia e dell’identità nazionale.


Ma la serata non sarà solo celebrazione dei grandi nomi. Si parlerà anche di storici gregari, cronometristi, organizzatori, meccanici: di tutte quelle piccole storie umane che, sommate, compongono la grande epopea del ciclismo friulano. Un evento per chi ama la bicicletta, ma anche per chi crede nel potere della narrazione e della memoria.


Domenica 15 giugno: la vita di Ottavio Bottecchia nel docufilm “El furlan del fero”

La serata del 15 giugno sarà dedicata a una leggenda senza tempo: Ottavio Bottecchia, primo italiano a conquistare il Tour de France e tra i più grandi campioni della storia delle due ruote. A raccontarlo sarà il docufilm “Ottavio Bottecchia – El furlan del fero”, scritto e diretto da Franco Bortuzzo, con montaggio di Luca Zanoli e la voce narrante di Francesco Pancani.

Il documentario, frutto di ricerche accurate e arricchito da immagini d’epoca provenienti dagli archivi francesi Gaumont Pathé, ricostruisce la parabola esistenziale e sportiva di Bottecchia: dalla povertà nelle campagne friulane alla gloria sulle strade francesi, fino alla misteriosa morte avvenuta nel 1927, a soli 32 anni, in circostanze mai chiarite del tutto.

Testimonianze di storici, giornalisti, familiari e ciclisti – tra cui il nipote Ottavio Bernardi – accompagneranno gli spettatori in un viaggio intimo, drammatico e allo stesso tempo luminoso. Una narrazione che si intreccia con il dolore della guerra, la speranza di riscatto, e l’orgoglio di un’intera terra che ha visto nascere uno dei suoi figli più straordinari.

Al termine della proiezione, il regista Franco Bortuzzo dialogherà con Renato Bulfon, fondatore del Ciclismuseo di Mortegliano, collezionista instancabile e custode della memoria ciclistica friulana. Sul posto sarà anche possibile ammirare alcuni cimeli originali del campione, tra cui maglie, biciclette e documenti d’epoca.


Una mostra permanente per viaggiare nella storia del ciclismo friulano

Le due serate si inseriscono nel programma della mostra “Una regione in bicicletta: il ciclismo in Friuli Venezia Giulia nella collezione Bulfon”, allestita all’interno di Villa Manin e aperta al pubblico fino al 14 settembre. Un’esposizione straordinaria che raccoglie fotografie storiche, manifesti, biciclette d’epoca, maglie e accessori originali, a testimonianza del legame profondo tra questa regione e la cultura ciclistica.

Una mostra pensata per tutte le generazioni, dagli appassionati più esperti ai giovani curiosi, dai nostalgici dei grandi giri a chi si avvicina oggi a uno sport che continua a emozionare. In Friuli, il ciclismo non è solo sport: è parte del paesaggio, del carattere, della storia condivisa.


Appuntamento a Passariano il 14 e 15 giugno 2025 con Beppe Conti, Antonio Simeoli, Franco Bortuzzo e la voce del Tour

PASSARIANO (UDINE) – Nella regione del Friuli Venezia Giulia, la bicicletta rappresenta più di un mezzo di trasporto: è un simbolo di fatica, conquista e libertà. In un territorio caratterizzato da salite impervie, valli silenziose e borghi affacciati sui tornanti, il ciclismo è parte integrante dell’identità collettiva. E proprio in questo contesto, Villa Manin di Passariano, storica residenza dei dogi veneziani, ospiterà due serate speciali dedicate alle imprese leggendarie del ciclismo.

Le serate del 14 e 15 giugno saranno all’insegna della memoria sportiva e della narrazione coinvolgente, grazie alla presenza di voci autorevoli del giornalismo e del documentarismo italiano, ospitate nella Barchessa di levante dell’antica villa. Sarà un’occasione per celebrare la storia del ciclismo in Friuli Venezia Giulia, dove ogni tornante racconta una storia, ogni salita custodisce un ricordo, e ogni tappa è entrata nel cuore di chi ama le due ruote.



Sabato 14 giugno: i miti del Giro d’Italia in Friuli tra immagini, emozioni e aneddoti

La serata del 14 giugno prenderà il via alle ore 20.30 con un appassionato dialogo tra due esperti del racconto sportivo: Beppe Conti, storico del ciclismo e volto amatissimo della RAI, e Antonio Simeoli, giornalista del Messaggero Veneto, autore del libro “Zoncolan: la montagna diventa mito”. Insieme, guideranno il pubblico in un viaggio emozionante tra dieci tappe memorabili del Giro d’Italia disputate nella regione.


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Particolarmente toccante sarà il ricordo della discussa tappa di Trieste del 1946, una corsa tra le tensioni del dopoguerra, quando Giordano Cottur entrò nella sua città, ancora esclusa dai confini italiani, tra le grida di una folla divisa tra orgoglio e incertezza. Un momento che va oltre lo sport, toccando la sfera della storia e dell’identità nazionale.


Ma la serata non sarà solo celebrazione dei grandi nomi. Si parlerà anche di storici gregari, cronometristi, organizzatori, meccanici: di tutte quelle piccole storie umane che, sommate, compongono la grande epopea del ciclismo friulano. Un evento per chi ama la bicicletta, ma anche per chi crede nel potere della narrazione e della memoria.


Domenica 15 giugno: la vita di Ottavio Bottecchia nel docufilm “El furlan del fero”

La serata del 15 giugno sarà dedicata a una leggenda senza tempo: Ottavio Bottecchia, primo italiano a conquistare il Tour de France e tra i più grandi campioni della storia delle due ruote. A raccontarlo sarà il docufilm “Ottavio Bottecchia – El furlan del fero”, scritto e diretto da Franco Bortuzzo, con montaggio di Luca Zanoli e la voce narrante di Francesco Pancani.

Il documentario, frutto di ricerche accurate e arricchito da immagini d’epoca provenienti dagli archivi francesi Gaumont Pathé, ricostruisce la parabola esistenziale e sportiva di Bottecchia: dalla povertà nelle campagne friulane alla gloria sulle strade francesi, fino alla misteriosa morte avvenuta nel 1927, a soli 32 anni, in circostanze mai chiarite del tutto.

Testimonianze di storici, giornalisti, familiari e ciclisti – tra cui il nipote Ottavio Bernardi – accompagneranno gli spettatori in un viaggio intimo, drammatico e allo stesso tempo luminoso. Una narrazione che si intreccia con il dolore della guerra, la speranza di riscatto, e l’orgoglio di un’intera terra che ha visto nascere uno dei suoi figli più straordinari.

Al termine della proiezione, il regista Franco Bortuzzo dialogherà con Renato Bulfon, fondatore del Ciclismuseo di Mortegliano, collezionista instancabile e custode della memoria ciclistica friulana. Sul posto sarà anche possibile ammirare alcuni cimeli originali del campione, tra cui maglie, biciclette e documenti d’epoca.


Una mostra permanente per viaggiare nella storia del ciclismo friulano

Le due serate si inseriscono nel programma della mostra “Una regione in bicicletta: il ciclismo in Friuli Venezia Giulia nella collezione Bulfon”, allestita all’interno di Villa Manin e aperta al pubblico fino al 14 settembre. Un’esposizione straordinaria che raccoglie fotografie storiche, manifesti, biciclette d’epoca, maglie e accessori originali, a testimonianza del legame profondo tra questa regione e la cultura ciclistica.

Una mostra pensata per tutte le generazioni, dagli appassionati più esperti ai giovani curiosi, dai nostalgici dei grandi giri a chi si avvicina oggi a uno sport che continua a emozionare. In Friuli, il ciclismo non è solo sport: è parte del paesaggio, del carattere, della storia condivisa.


Appuntamento a Passariano il 14 e 15 giugno 2025 con Beppe Conti, Antonio Simeoli, Franco Bortuzzo e la voce del Tour

PASSARIANO (UDINE) – Nella regione del Friuli Venezia Giulia, la bicicletta rappresenta più di un mezzo di trasporto: è un simbolo di fatica, conquista e libertà. In un territorio caratterizzato da salite impervie, valli silenziose e borghi affacciati sui tornanti, il ciclismo è parte integrante dell’identità collettiva. E proprio in questo contesto, Villa Manin di Passariano, storica residenza dei dogi veneziani, ospiterà due serate speciali dedicate alle imprese leggendarie del ciclismo.

Le serate del 14 e 15 giugno saranno all’insegna della memoria sportiva e della narrazione coinvolgente, grazie alla presenza di voci autorevoli del giornalismo e del documentarismo italiano, ospitate nella Barchessa di levante dell’antica villa. Sarà un’occasione per celebrare la storia del ciclismo in Friuli Venezia Giulia, dove ogni tornante racconta una storia, ogni salita custodisce un ricordo, e ogni tappa è entrata nel cuore di chi ama le due ruote.



Sabato 14 giugno: i miti del Giro d’Italia in Friuli tra immagini, emozioni e aneddoti

La serata del 14 giugno prenderà il via alle ore 20.30 con un appassionato dialogo tra due esperti del racconto sportivo: Beppe Conti, storico del ciclismo e volto amatissimo della RAI, e Antonio Simeoli, giornalista del Messaggero Veneto, autore del libro “Zoncolan: la montagna diventa mito”. Insieme, guideranno il pubblico in un viaggio emozionante tra dieci tappe memorabili del Giro d’Italia disputate nella regione.


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Particolarmente toccante sarà il ricordo della discussa tappa di Trieste del 1946, una corsa tra le tensioni del dopoguerra, quando Giordano Cottur entrò nella sua città, ancora esclusa dai confini italiani, tra le grida di una folla divisa tra orgoglio e incertezza. Un momento che va oltre lo sport, toccando la sfera della storia e dell’identità nazionale.


Ma la serata non sarà solo celebrazione dei grandi nomi. Si parlerà anche di storici gregari, cronometristi, organizzatori, meccanici: di tutte quelle piccole storie umane che, sommate, compongono la grande epopea del ciclismo friulano. Un evento per chi ama la bicicletta, ma anche per chi crede nel potere della narrazione e della memoria.


Domenica 15 giugno: la vita di Ottavio Bottecchia nel docufilm “El furlan del fero”

La serata del 15 giugno sarà dedicata a una leggenda senza tempo: Ottavio Bottecchia, primo italiano a conquistare il Tour de France e tra i più grandi campioni della storia delle due ruote. A raccontarlo sarà il docufilm “Ottavio Bottecchia – El furlan del fero”, scritto e diretto da Franco Bortuzzo, con montaggio di Luca Zanoli e la voce narrante di Francesco Pancani.

Il documentario, frutto di ricerche accurate e arricchito da immagini d’epoca provenienti dagli archivi francesi Gaumont Pathé, ricostruisce la parabola esistenziale e sportiva di Bottecchia: dalla povertà nelle campagne friulane alla gloria sulle strade francesi, fino alla misteriosa morte avvenuta nel 1927, a soli 32 anni, in circostanze mai chiarite del tutto.

Testimonianze di storici, giornalisti, familiari e ciclisti – tra cui il nipote Ottavio Bernardi – accompagneranno gli spettatori in un viaggio intimo, drammatico e allo stesso tempo luminoso. Una narrazione che si intreccia con il dolore della guerra, la speranza di riscatto, e l’orgoglio di un’intera terra che ha visto nascere uno dei suoi figli più straordinari.

Al termine della proiezione, il regista Franco Bortuzzo dialogherà con Renato Bulfon, fondatore del Ciclismuseo di Mortegliano, collezionista instancabile e custode della memoria ciclistica friulana. Sul posto sarà anche possibile ammirare alcuni cimeli originali del campione, tra cui maglie, biciclette e documenti d’epoca.


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Le due serate si inseriscono nel programma della mostra “Una regione in bicicletta: il ciclismo in Friuli Venezia Giulia nella collezione Bulfon”, allestita all’interno di Villa Manin e aperta al pubblico fino al 14 settembre. Un’esposizione straordinaria che raccoglie fotografie storiche, manifesti, biciclette d’epoca, maglie e accessori originali, a testimonianza del legame profondo tra questa regione e la cultura ciclistica.

Una mostra pensata per tutte le generazioni, dagli appassionati più esperti ai giovani curiosi, dai nostalgici dei grandi giri a chi si avvicina oggi a uno sport che continua a emozionare. In Friuli, il ciclismo non è solo sport: è parte del paesaggio, del carattere, della storia condivisa.


Appuntamento a Passariano il 14 e 15 giugno 2025 con Beppe Conti, Antonio Simeoli, Franco Bortuzzo e la voce del Tour

PASSARIANO (UDINE) – Nella regione del Friuli Venezia Giulia, la bicicletta rappresenta più di un mezzo di trasporto: è un simbolo di fatica, conquista e libertà. In un territorio caratterizzato da salite impervie, valli silenziose e borghi affacciati sui tornanti, il ciclismo è parte integrante dell’identità collettiva. E proprio in questo contesto, Villa Manin di Passariano, storica residenza dei dogi veneziani, ospiterà due serate speciali dedicate alle imprese leggendarie del ciclismo.

Le serate del 14 e 15 giugno saranno all’insegna della memoria sportiva e della narrazione coinvolgente, grazie alla presenza di voci autorevoli del giornalismo e del documentarismo italiano, ospitate nella Barchessa di levante dell’antica villa. Sarà un’occasione per celebrare la storia del ciclismo in Friuli Venezia Giulia, dove ogni tornante racconta una storia, ogni salita custodisce un ricordo, e ogni tappa è entrata nel cuore di chi ama le due ruote.



Sabato 14 giugno: i miti del Giro d’Italia in Friuli tra immagini, emozioni e aneddoti

La serata del 14 giugno prenderà il via alle ore 20.30 con un appassionato dialogo tra due esperti del racconto sportivo: Beppe Conti, storico del ciclismo e volto amatissimo della RAI, e Antonio Simeoli, giornalista del Messaggero Veneto, autore del libro “Zoncolan: la montagna diventa mito”. Insieme, guideranno il pubblico in un viaggio emozionante tra dieci tappe memorabili del Giro d’Italia disputate nella regione.


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Particolarmente toccante sarà il ricordo della discussa tappa di Trieste del 1946, una corsa tra le tensioni del dopoguerra, quando Giordano Cottur entrò nella sua città, ancora esclusa dai confini italiani, tra le grida di una folla divisa tra orgoglio e incertezza. Un momento che va oltre lo sport, toccando la sfera della storia e dell’identità nazionale.


Ma la serata non sarà solo celebrazione dei grandi nomi. Si parlerà anche di storici gregari, cronometristi, organizzatori, meccanici: di tutte quelle piccole storie umane che, sommate, compongono la grande epopea del ciclismo friulano. Un evento per chi ama la bicicletta, ma anche per chi crede nel potere della narrazione e della memoria.


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La serata del 15 giugno sarà dedicata a una leggenda senza tempo: Ottavio Bottecchia, primo italiano a conquistare il Tour de France e tra i più grandi campioni della storia delle due ruote. A raccontarlo sarà il docufilm “Ottavio Bottecchia – El furlan del fero”, scritto e diretto da Franco Bortuzzo, con montaggio di Luca Zanoli e la voce narrante di Francesco Pancani.

Il documentario, frutto di ricerche accurate e arricchito da immagini d’epoca provenienti dagli archivi francesi Gaumont Pathé, ricostruisce la parabola esistenziale e sportiva di Bottecchia: dalla povertà nelle campagne friulane alla gloria sulle strade francesi, fino alla misteriosa morte avvenuta nel 1927, a soli 32 anni, in circostanze mai chiarite del tutto.

Testimonianze di storici, giornalisti, familiari e ciclisti – tra cui il nipote Ottavio Bernardi – accompagneranno gli spettatori in un viaggio intimo, drammatico e allo stesso tempo luminoso. Una narrazione che si intreccia con il dolore della guerra, la speranza di riscatto, e l’orgoglio di un’intera terra che ha visto nascere uno dei suoi figli più straordinari.

Al termine della proiezione, il regista Franco Bortuzzo dialogherà con Renato Bulfon, fondatore del Ciclismuseo di Mortegliano, collezionista instancabile e custode della memoria ciclistica friulana. Sul posto sarà anche possibile ammirare alcuni cimeli originali del campione, tra cui maglie, biciclette e documenti d’epoca.


Una mostra permanente per viaggiare nella storia del ciclismo friulano

Le due serate si inseriscono nel programma della mostra “Una regione in bicicletta: il ciclismo in Friuli Venezia Giulia nella collezione Bulfon”, allestita all’interno di Villa Manin e aperta al pubblico fino al 14 settembre. Un’esposizione straordinaria che raccoglie fotografie storiche, manifesti, biciclette d’epoca, maglie e accessori originali, a testimonianza del legame profondo tra questa regione e la cultura ciclistica.

Una mostra pensata per tutte le generazioni, dagli appassionati più esperti ai giovani curiosi, dai nostalgici dei grandi giri a chi si avvicina oggi a uno sport che continua a emozionare. In Friuli, il ciclismo non è solo sport: è parte del paesaggio, del carattere, della storia condivisa.


Appuntamento a Passariano il 14 e 15 giugno 2025 con Beppe Conti, Antonio Simeoli, Franco Bortuzzo e la voce del Tour

PASSARIANO (UDINE) – Nella regione del Friuli Venezia Giulia, la bicicletta rappresenta più di un mezzo di trasporto: è un simbolo di fatica, conquista e libertà. In un territorio caratterizzato da salite impervie, valli silenziose e borghi affacciati sui tornanti, il ciclismo è parte integrante dell’identità collettiva. E proprio in questo contesto, Villa Manin di Passariano, storica residenza dei dogi veneziani, ospiterà due serate speciali dedicate alle imprese leggendarie del ciclismo.

Le serate del 14 e 15 giugno saranno all’insegna della memoria sportiva e della narrazione coinvolgente, grazie alla presenza di voci autorevoli del giornalismo e del documentarismo italiano, ospitate nella Barchessa di levante dell’antica villa. Sarà un’occasione per celebrare la storia del ciclismo in Friuli Venezia Giulia, dove ogni tornante racconta una storia, ogni salita custodisce un ricordo, e ogni tappa è entrata nel cuore di chi ama le due ruote.



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Particolarmente toccante sarà il ricordo della discussa tappa di Trieste del 1946, una corsa tra le tensioni del dopoguerra, quando Giordano Cottur entrò nella sua città, ancora esclusa dai confini italiani, tra le grida di una folla divisa tra orgoglio e incertezza. Un momento che va oltre lo sport, toccando la sfera della storia e dell’identità nazionale.


Ma la serata non sarà solo celebrazione dei grandi nomi. Si parlerà anche di storici gregari, cronometristi, organizzatori, meccanici: di tutte quelle piccole storie umane che, sommate, compongono la grande epopea del ciclismo friulano. Un evento per chi ama la bicicletta, ma anche per chi crede nel potere della narrazione e della memoria.


Domenica 15 giugno: la vita di Ottavio Bottecchia nel docufilm “El furlan del fero”

La serata del 15 giugno sarà dedicata a una leggenda senza tempo: Ottavio Bottecchia, primo italiano a conquistare il Tour de France e tra i più grandi campioni della storia delle due ruote. A raccontarlo sarà il docufilm “Ottavio Bottecchia – El furlan del fero”, scritto e diretto da Franco Bortuzzo, con montaggio di Luca Zanoli e la voce narrante di Francesco Pancani.

Il documentario, frutto di ricerche accurate e arricchito da immagini d’epoca provenienti dagli archivi francesi Gaumont Pathé, ricostruisce la parabola esistenziale e sportiva di Bottecchia: dalla povertà nelle campagne friulane alla gloria sulle strade francesi, fino alla misteriosa morte avvenuta nel 1927, a soli 32 anni, in circostanze mai chiarite del tutto.

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Al termine della proiezione, il regista Franco Bortuzzo dialogherà con Renato Bulfon, fondatore del Ciclismuseo di Mortegliano, collezionista instancabile e custode della memoria ciclistica friulana. Sul posto sarà anche possibile ammirare alcuni cimeli originali del campione, tra cui maglie, biciclette e documenti d’epoca.


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Le due serate si inseriscono nel programma della mostra “Una regione in bicicletta: il ciclismo in Friuli Venezia Giulia nella collezione Bulfon”, allestita all’interno di Villa Manin e aperta al pubblico fino al 14 settembre. Un’esposizione straordinaria che raccoglie fotografie storiche, manifesti, biciclette d’epoca, maglie e accessori originali, a testimonianza del legame profondo tra questa regione e la cultura ciclistica.

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La serata del 14 giugno prenderà il via alle ore 20.30 con un appassionato dialogo tra due esperti del racconto sportivo: Beppe Conti, storico del ciclismo e volto amatissimo della RAI, e Antonio Simeoli, giornalista del Messaggero Veneto, autore del libro “Zoncolan: la montagna diventa mito”. Insieme, guideranno il pubblico in un viaggio emozionante tra dieci tappe memorabili del Giro d’Italia disputate nella regione.


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Ma la serata non sarà solo celebrazione dei grandi nomi. Si parlerà anche di storici gregari, cronometristi, organizzatori, meccanici: di tutte quelle piccole storie umane che, sommate, compongono la grande epopea del ciclismo friulano. Un evento per chi ama la bicicletta, ma anche per chi crede nel potere della narrazione e della memoria.


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La serata del 15 giugno sarà dedicata a una leggenda senza tempo: Ottavio Bottecchia, primo italiano a conquistare il Tour de France e tra i più grandi campioni della storia delle due ruote. A raccontarlo sarà il docufilm “Ottavio Bottecchia – El furlan del fero”, scritto e diretto da Franco Bortuzzo, con montaggio di Luca Zanoli e la voce narrante di Francesco Pancani.

Il documentario, frutto di ricerche accurate e arricchito da immagini d’epoca provenienti dagli archivi francesi Gaumont Pathé, ricostruisce la parabola esistenziale e sportiva di Bottecchia: dalla povertà nelle campagne friulane alla gloria sulle strade francesi, fino alla misteriosa morte avvenuta nel 1927, a soli 32 anni, in circostanze mai chiarite del tutto.

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Al termine della proiezione, il regista Franco Bortuzzo dialogherà con Renato Bulfon, fondatore del Ciclismuseo di Mortegliano, collezionista instancabile e custode della memoria ciclistica friulana. Sul posto sarà anche possibile ammirare alcuni cimeli originali del campione, tra cui maglie, biciclette e documenti d’epoca.


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Le due serate si inseriscono nel programma della mostra “Una regione in bicicletta: il ciclismo in Friuli Venezia Giulia nella collezione Bulfon”, allestita all’interno di Villa Manin e aperta al pubblico fino al 14 settembre. Un’esposizione straordinaria che raccoglie fotografie storiche, manifesti, biciclette d’epoca, maglie e accessori originali, a testimonianza del legame profondo tra questa regione e la cultura ciclistica.

Una mostra pensata per tutte le generazioni, dagli appassionati più esperti ai giovani curiosi, dai nostalgici dei grandi giri a chi si avvicina oggi a uno sport che continua a emozionare. In Friuli, il ciclismo non è solo sport: è parte del paesaggio, del carattere, della storia condivisa.


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PASSARIANO (UDINE) – Nella regione del Friuli Venezia Giulia, la bicicletta rappresenta più di un mezzo di trasporto: è un simbolo di fatica, conquista e libertà. In un territorio caratterizzato da salite impervie, valli silenziose e borghi affacciati sui tornanti, il ciclismo è parte integrante dell’identità collettiva. E proprio in questo contesto, Villa Manin di Passariano, storica residenza dei dogi veneziani, ospiterà due serate speciali dedicate alle imprese leggendarie del ciclismo.

Le serate del 14 e 15 giugno saranno all’insegna della memoria sportiva e della narrazione coinvolgente, grazie alla presenza di voci autorevoli del giornalismo e del documentarismo italiano, ospitate nella Barchessa di levante dell’antica villa. Sarà un’occasione per celebrare la storia del ciclismo in Friuli Venezia Giulia, dove ogni tornante racconta una storia, ogni salita custodisce un ricordo, e ogni tappa è entrata nel cuore di chi ama le due ruote.



Sabato 14 giugno: i miti del Giro d’Italia in Friuli tra immagini, emozioni e aneddoti

La serata del 14 giugno prenderà il via alle ore 20.30 con un appassionato dialogo tra due esperti del racconto sportivo: Beppe Conti, storico del ciclismo e volto amatissimo della RAI, e Antonio Simeoli, giornalista del Messaggero Veneto, autore del libro “Zoncolan: la montagna diventa mito”. Insieme, guideranno il pubblico in un viaggio emozionante tra dieci tappe memorabili del Giro d’Italia disputate nella regione.


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Dalle rampe infuocate dello Zoncolan alle pendici del Piancavallo, dai paesaggi lunari del Montasio alle strade cittadine di Udine e Trieste, il racconto si snoderà tra filmati d’archivio della RAI, curiosità storiche e riflessioni sull’evoluzione di questo sport epico. Verranno rievocate le gesta di Pantani, Simoni, Cipollini, Saronni, e tanti altri campioni che hanno lasciato la loro impronta sulle strade friulane.

Particolarmente toccante sarà il ricordo della discussa tappa di Trieste del 1946, una corsa tra le tensioni del dopoguerra, quando Giordano Cottur entrò nella sua città, ancora esclusa dai confini italiani, tra le grida di una folla divisa tra orgoglio e incertezza. Un momento che va oltre lo sport, toccando la sfera della storia e dell’identità nazionale.


Ma la serata non sarà solo celebrazione dei grandi nomi. Si parlerà anche di storici gregari, cronometristi, organizzatori, meccanici: di tutte quelle piccole storie umane che, sommate, compongono la grande epopea del ciclismo friulano. Un evento per chi ama la bicicletta, ma anche per chi crede nel potere della narrazione e della memoria.


Domenica 15 giugno: la vita di Ottavio Bottecchia nel docufilm “El furlan del fero”

La serata del 15 giugno sarà dedicata a una leggenda senza tempo: Ottavio Bottecchia, primo italiano a conquistare il Tour de France e tra i più grandi campioni della storia delle due ruote. A raccontarlo sarà il docufilm “Ottavio Bottecchia – El furlan del fero”, scritto e diretto da Franco Bortuzzo, con montaggio di Luca Zanoli e la voce narrante di Francesco Pancani.

Il documentario, frutto di ricerche accurate e arricchito da immagini d’epoca provenienti dagli archivi francesi Gaumont Pathé, ricostruisce la parabola esistenziale e sportiva di Bottecchia: dalla povertà nelle campagne friulane alla gloria sulle strade francesi, fino alla misteriosa morte avvenuta nel 1927, a soli 32 anni, in circostanze mai chiarite del tutto.

Testimonianze di storici, giornalisti, familiari e ciclisti – tra cui il nipote Ottavio Bernardi – accompagneranno gli spettatori in un viaggio intimo, drammatico e allo stesso tempo luminoso. Una narrazione che si intreccia con il dolore della guerra, la speranza di riscatto, e l’orgoglio di un’intera terra che ha visto nascere uno dei suoi figli più straordinari.

Al termine della proiezione, il regista Franco Bortuzzo dialogherà con Renato Bulfon, fondatore del Ciclismuseo di Mortegliano, collezionista instancabile e custode della memoria ciclistica friulana. Sul posto sarà anche possibile ammirare alcuni cimeli originali del campione, tra cui maglie, biciclette e documenti d’epoca.


Una mostra permanente per viaggiare nella storia del ciclismo friulano

Le due serate si inseriscono nel programma della mostra “Una regione in bicicletta: il ciclismo in Friuli Venezia Giulia nella collezione Bulfon”, allestita all’interno di Villa Manin e aperta al pubblico fino al 14 settembre. Un’esposizione straordinaria che raccoglie fotografie storiche, manifesti, biciclette d’epoca, maglie e accessori originali, a testimonianza del legame profondo tra questa regione e la cultura ciclistica.

Una mostra pensata per tutte le generazioni, dagli appassionati più esperti ai giovani curiosi, dai nostalgici dei grandi giri a chi si avvicina oggi a uno sport che continua a emozionare. In Friuli, il ciclismo non è solo sport: è parte del paesaggio, del carattere, della storia condivisa.


Appuntamento a Passariano il 14 e 15 giugno 2025 con Beppe Conti, Antonio Simeoli, Franco Bortuzzo e la voce del Tour

PASSARIANO (UDINE) – Nella regione del Friuli Venezia Giulia, la bicicletta rappresenta più di un mezzo di trasporto: è un simbolo di fatica, conquista e libertà. In un territorio caratterizzato da salite impervie, valli silenziose e borghi affacciati sui tornanti, il ciclismo è parte integrante dell’identità collettiva. E proprio in questo contesto, Villa Manin di Passariano, storica residenza dei dogi veneziani, ospiterà due serate speciali dedicate alle imprese leggendarie del ciclismo.

Le serate del 14 e 15 giugno saranno all’insegna della memoria sportiva e della narrazione coinvolgente, grazie alla presenza di voci autorevoli del giornalismo e del documentarismo italiano, ospitate nella Barchessa di levante dell’antica villa. Sarà un’occasione per celebrare la storia del ciclismo in Friuli Venezia Giulia, dove ogni tornante racconta una storia, ogni salita custodisce un ricordo, e ogni tappa è entrata nel cuore di chi ama le due ruote.



Sabato 14 giugno: i miti del Giro d’Italia in Friuli tra immagini, emozioni e aneddoti

La serata del 14 giugno prenderà il via alle ore 20.30 con un appassionato dialogo tra due esperti del racconto sportivo: Beppe Conti, storico del ciclismo e volto amatissimo della RAI, e Antonio Simeoli, giornalista del Messaggero Veneto, autore del libro “Zoncolan: la montagna diventa mito”. Insieme, guideranno il pubblico in un viaggio emozionante tra dieci tappe memorabili del Giro d’Italia disputate nella regione.


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Dalle rampe infuocate dello Zoncolan alle pendici del Piancavallo, dai paesaggi lunari del Montasio alle strade cittadine di Udine e Trieste, il racconto si snoderà tra filmati d’archivio della RAI, curiosità storiche e riflessioni sull’evoluzione di questo sport epico. Verranno rievocate le gesta di Pantani, Simoni, Cipollini, Saronni, e tanti altri campioni che hanno lasciato la loro impronta sulle strade friulane.

Particolarmente toccante sarà il ricordo della discussa tappa di Trieste del 1946, una corsa tra le tensioni del dopoguerra, quando Giordano Cottur entrò nella sua città, ancora esclusa dai confini italiani, tra le grida di una folla divisa tra orgoglio e incertezza. Un momento che va oltre lo sport, toccando la sfera della storia e dell’identità nazionale.


Ma la serata non sarà solo celebrazione dei grandi nomi. Si parlerà anche di storici gregari, cronometristi, organizzatori, meccanici: di tutte quelle piccole storie umane che, sommate, compongono la grande epopea del ciclismo friulano. Un evento per chi ama la bicicletta, ma anche per chi crede nel potere della narrazione e della memoria.


Domenica 15 giugno: la vita di Ottavio Bottecchia nel docufilm “El furlan del fero”

La serata del 15 giugno sarà dedicata a una leggenda senza tempo: Ottavio Bottecchia, primo italiano a conquistare il Tour de France e tra i più grandi campioni della storia delle due ruote. A raccontarlo sarà il docufilm “Ottavio Bottecchia – El furlan del fero”, scritto e diretto da Franco Bortuzzo, con montaggio di Luca Zanoli e la voce narrante di Francesco Pancani.

Il documentario, frutto di ricerche accurate e arricchito da immagini d’epoca provenienti dagli archivi francesi Gaumont Pathé, ricostruisce la parabola esistenziale e sportiva di Bottecchia: dalla povertà nelle campagne friulane alla gloria sulle strade francesi, fino alla misteriosa morte avvenuta nel 1927, a soli 32 anni, in circostanze mai chiarite del tutto.

Testimonianze di storici, giornalisti, familiari e ciclisti – tra cui il nipote Ottavio Bernardi – accompagneranno gli spettatori in un viaggio intimo, drammatico e allo stesso tempo luminoso. Una narrazione che si intreccia con il dolore della guerra, la speranza di riscatto, e l’orgoglio di un’intera terra che ha visto nascere uno dei suoi figli più straordinari.

Al termine della proiezione, il regista Franco Bortuzzo dialogherà con Renato Bulfon, fondatore del Ciclismuseo di Mortegliano, collezionista instancabile e custode della memoria ciclistica friulana. Sul posto sarà anche possibile ammirare alcuni cimeli originali del campione, tra cui maglie, biciclette e documenti d’epoca.


Una mostra permanente per viaggiare nella storia del ciclismo friulano

Le due serate si inseriscono nel programma della mostra “Una regione in bicicletta: il ciclismo in Friuli Venezia Giulia nella collezione Bulfon”, allestita all’interno di Villa Manin e aperta al pubblico fino al 14 settembre. Un’esposizione straordinaria che raccoglie fotografie storiche, manifesti, biciclette d’epoca, maglie e accessori originali, a testimonianza del legame profondo tra questa regione e la cultura ciclistica.

Una mostra pensata per tutte le generazioni, dagli appassionati più esperti ai giovani curiosi, dai nostalgici dei grandi giri a chi si avvicina oggi a uno sport che continua a emozionare. In Friuli, il ciclismo non è solo sport: è parte del paesaggio, del carattere, della storia condivisa.


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