Come l’Informatica Forense aiuta nelle indagini digitali: focus sugli smartphone

L’informatica forense: scenari attuali e funzioni principali

27 settembre 2025 14:49
Come l’Informatica Forense aiuta nelle indagini digitali: focus sugli smartphone -
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Nel panorama delle indagini giudiziarie italiane, l’informatica forense rappresenta ormai una risorsa imprescindibile per ricostruire fatti, responsabilità e relazioni in contesti dove la componente digitale gioca un ruolo decisivo. La digitalizzazione diffusa della vita quotidiana, dalle comunicazioni personali fino alle transazioni economiche, ha portato gli inquirenti a confrontarsi con una mole crescente di dati elettronici.

Si pensi a quante tracce digitali lasciamo ogni giorno: messaggi, email, cronologie di navigazione, file condivisi su cloud, accessi a piattaforme social. Questo patrimonio informativo, se opportunamente raccolto e analizzato, può offrire risposte che, fino a qualche anno fa, sarebbero rimaste sepolte nel silenzio delle memorie elettroniche. Tuttavia, la complessità tecnica degli strumenti informatici e la necessità di rispettare rigorosamente la normativa sulla prova digitale impongono una specializzazione sempre più marcata.

Le attività principali dell’informatica forense spaziano dall’analisi di computer e server all’estrazione di dati da dispositivi mobili, fino al recupero di informazioni cancellate o alterate. In Italia, la figura del consulente tecnico informatico ha assunto un ruolo chiave sia nei procedimenti penali sia in quelli civili, dove la verifica dell’autenticità di un documento digitale, per esempio, può determinare l’esito di una controversia.

Smartphone: la nuova miniera di prove digitali

Lo smartphone, nel contesto attuale, si è trasformato in una sorta di “scatola nera” personale, capace di registrare ogni aspetto della nostra esistenza digitale. Non si tratta più solo di un telefono, ma di un vero e proprio archivio portatile, che accompagna l’individuo ovunque e in qualsiasi momento della giornata.

Questa centralità fa sì che, nelle indagini, i dispositivi mobili diventino spesso il primo oggetto di interesse per chi deve ricostruire dinamiche e responsabilità, sia in ambito penale che civile. Sebbene i computer restino fondamentali per le aziende e le pubbliche amministrazioni, nella vita privata e nelle relazioni sociali sono gli smartphone a custodire la parte più viva delle nostre comunicazioni.

Le informazioni che uno smartphone può contenere sono molteplici:

  • Messaggistica istantanea (WhatsApp, Telegram, Signal)

  • Email e allegati

  • Cronologia delle chiamate

  • Foto, video e registrazioni audio

  • Dati di geolocalizzazione

  • Accessi a social network e app bancarie

Ogni elemento, se correttamente acquisito, può contribuire a fare luce su fatti e comportamenti, offrendo agli investigatori un quadro dettagliato delle abitudini e delle relazioni del soggetto coinvolto. Tuttavia, la protezione crescente dei dati – tramite sistemi di cifratura e blocco – rende necessarie competenze tecniche sempre più avanzate per accedere e “cristallizzare” i contenuti in modo legalmente valido.

L’importanza della copia forense per smartphone nelle indagini giudiziarie

Quando si tratta di acquisire dati da uno smartphone senza alterarne la validità probatoria, la copia forense rappresenta la procedura di riferimento per garantire che ogni informazione recuperata possa essere utilizzata in sede giudiziaria. Grazie a tecniche sofisticate e strumenti certificati, è possibile “fotografare” lo stato del dispositivo in un dato momento, preservando l’integrità dei dati e la loro origine.

In pratica, la copia forense consente di superare ostacoli come blocchi di sicurezza, cancellazioni accidentali o volontarie, e persino tentativi di sabotaggio dei dati stessi. Si tratta di un’operazione delicata, che non può essere improvvisata: una procedura errata rischia di compromettere la validità della prova o, nei casi peggiori, di rendere inutilizzabile l’intero dispositivo.

Per chi desidera comprendere meglio come avviene questa procedura, quali siano le tecniche adottate (dall’estrazione logica alla lettura diretta della memoria, passando per il chip-off nei casi più complessi), le normative che la regolano e i rischi legati a dispositivi bloccati o danneggiati, è possibile trovare una panoramica dettagliata visitando una risorsa dedicata che illustra la procedura di copia forense di cellulari, le tecniche di acquisizione dati, le difficoltà e i rischi dell’operazione.

In Italia, la validità della copia forense come mezzo di prova viene riconosciuta purché la procedura rispetti le regole dettate dal Codice di Procedura Penale e dalle linee guida internazionali, come quelle del Consiglio d’Europa e delle associazioni di settore. Solo in questo modo il materiale acquisito potrà essere utilizzato in tribunale, evitando contestazioni sulla genuinità della prova.

Sfide attuali, prospettive e competenze richieste

La rapida evoluzione della tecnologia pone nuove sfide agli specialisti dell’informatica forense, che devono costantemente aggiornare le proprie conoscenze e affinare le metodologie di lavoro. Ogni nuova versione di sistema operativo, ogni aggiornamento di sicurezza o nuovo modello di smartphone può modificare in modo sostanziale le modalità di estrazione e analisi dei dati.

Inoltre, gli strumenti utilizzati per la copia forense – dai duplicatori hardware ai software professionali – richiedono una formazione specifica e l’adozione di protocolli rigorosi, per evitare errori che potrebbero pregiudicare la riuscita delle indagini. Sebbene la tecnologia offra soluzioni sempre più sofisticate, resta fondamentale la capacità dell’esperto di valutare caso per caso la strategia migliore, bilanciando rapidità d’intervento e conservazione della prova.

Nel contesto giudiziario italiano, il ruolo del consulente informatico non si limita all’acquisizione dei dati: la sua relazione tecnica deve essere chiara, esaustiva e, soprattutto, comprensibile anche ai non addetti ai lavori. Solo così il giudice potrà apprezzare appieno il valore delle prove raccolte.

L’informatica forense, quindi, si configura come una disciplina in continuo mutamento, dove competenza tecnica e sensibilità giuridica devono procedere di pari passo. E mentre la società evolve, anche gli strumenti dell’indagine devono adattarsi, per garantire che la ricerca della verità non venga mai ostacolata dalle barriere digitali.

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