Le carte da gioco hanno da sempre appassionato gli italiani. Uno strumento ludico semplice ma con il quale è stato possibile, e lo è ancora, inventare decine di giochi diversi con i quali divertirsi sia da soli, grazie ai solitari, che in compagnia. In fondo basta solo un piano d’appoggio come un normalissimo tavolo e degli amici con i quali divertirsi per ore. Inoltre le carte da gioco sono una grande testimonianza della cultura di un popolo. Si pensi che solo in Italia esistono almeno 16 varianti regionali attualmente in uso, senza contare quelle che sono andate con il tempo in disuso. Sulle loro facce troviamo disegni e dettagli particolari, che raccontano la storia di un popolo, la differenza tra le classi e i ceti di una società, gli strumenti di lavoro e della casa tipici di un territorio. E grazie ad esse sono state tramandate per secoli anche le tradizioni ludiche di una particolare zona del nostro Paese. Esistono tanti giochi che si possono svolgere con le carte e oggi tutte le principali piattaforme di giochi di carte, dai cataloghi di app ai siti web, attribuiscono spazio ai mazzi conosciuti in tutto il mondo, come quelli francesi, che si usano soprattutto nel poker e nel blackjack ma anche nel burraco a soldi veri o nel solitario. A questi si affiancano poi soprattutto i mazzi delle varianti regionali più popolari, come quelli napoletani. Ad ogni modo, tutte le varianti regionali meno note conservano un loro saldo radicamento con il territorio per il gioco dal vivo. Come succede in Friuli Venezia Giulia, dove le carte trevigiane, o anche dette trevisane, sono le più diffuse, con la variante delle carte udinesi. Andiamo a scoprirne le caratteristiche.
Le carte trevigiane: storia e caratteristiche
In primo luogo vale la pena sottolineare che in Friuli il valore culturale delle carte viene tutelato anche con iniziative delle comunità. Talvolta vengono organizzate anche mostre dedicate ai mazzi storici del territorio. L’origine delle carte trevigiane è antica, risale almeno al 1300, ma come tutte le altre carte esistenti ha chiaramente subito modifiche nel corso del tempo. Modifiche nei disegni ma anche nelle dimensioni. Andando a vedere con più attenzione le tessere di questo mazzo, nella sua versione più antica, infatti, si nota come ad esempio esisteva una piccola corona sulle carte di spade, mentre in altre, come quelle di denari, veniva raffigurato il Leone di Venezia, e ancora sul re di bastoni lo stemma di Marsiglia. Sull’asso di denari delle carte oggi in circolazione, invece, c’è un ovale tutto bianco al cui interno, una volta, si apponeva il bollo statale.
Andiamo a parlare di dimensioni e caratteristiche del mazzo di carte. È composto da 40 tessere suddivise in 4 semi: coppe, denari, spade e bastoni. Come però succede anche in altri mazzi regionali del Nord oltre alle figure ci sono le carte del valore numerale di 8, 9 e 10. E in questo modo si arriva a 52 carte disponibili, da utilizzare in specifici giochi. Sono carte molto lunghe rispetto alla norma, avendo una dimensione di 49×104 millimetri. Le rappresentazioni grafiche sono molto ricche e per chi non è abituato a maneggiarle serve un po’ di adattamento. Infatti ad esempio il fante di spade, mamalùc in friulano, è diverso da tutti gli altri perché la figura ha la barba e soprattutto regge una testa nella mano sinistra. Particolarissima è invece la presenza di motti e proverbi scritti sulle carte. Così possiamo leggere detti come “Per un punto Martin perse la cappa” inciso sull’asso di coppe, oppure sull’asso di spade “Non ti fidar di me se il cuor ti manca”, e ancora su quello di bastoni il detto “Se ti perdi tuo danno”.
Le carte udinesi
Le carte e i giochi di un tempo sono stati ripresi e oggi sono particolarmente apprezzati anche dalle nuove generazioni. Ci sono però dei mazzi che sono caduti lentamente in disuso, come il mazzo di carte udinesi, una volta alternativo a quelle trevigiane. Sono ovviamente proprie della città di Udine, come si può immaginare facilmente, ma oggi estinte. Sono derivate e per questo molto simili alle carte trevisane, con 52 tessere a doppia figura, ma la peculiarità era la forma delle coppe, con appendici triangolari nere. Inoltre si poteva notare all’interno delle tessere del re di bastoni lo stemma di Udine. Anche queste avevano scritte dei modi dire o dei motti, tranne l’asso di denari, su cui invece andava stampato una volta il bollo d’imposta.