Assunta in ruolo a Pordenone da 2 anni, ma il diploma risulta falso: bidella licenziata

Diploma di qualifica non valido: bidella licenziata in tronco in una scuola del Pordenonese. Il caso e i controlli sui titoli Ata.

24 dicembre 2025 14:27
Assunta in ruolo a Pordenone da 2 anni, ma il diploma risulta falso: bidella licenziata -
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PORDENONE – Un diploma di qualifica risultato non valido e un licenziamento in tronco arrivato a ridosso delle festività. È quanto accaduto all’interno dell’istituto comprensivo Torre di Pordenone, dove una bidella assunta in ruolo da due anni ha perso il posto dopo la verifica sul titolo di studio presentato al momento dell’ingresso nelle graduatorie. Come riporta oggi il quotidiano Messaggero Veneto, il diploma era stato rilasciato dal Centro studi sannitico di Durazzano, struttura finita al centro di una vasta vicenda giudiziaria che ha investito il mondo della scuola a livello nazionale.

Il caso rientra nel più ampio filone dei controlli sui titoli di studio del personale Ata, avviati a seguito delle indagini della Guardia di finanza coordinate dalla procura di Benevento. Al centro dell’inchiesta, migliaia di qualifiche rilasciate tra il 2012 e il 2013, poi risultate prive dei requisiti richiesti dalla normativa per il riconoscimento del valore legale.

Nel Pordenonese, le verifiche hanno portato all’accertamento della non validità del diploma di operatore dei servizi della ristorazione – settore cucina, conseguito nel 2013 presso il centro studi sannitico. Il titolo, secondo quanto emerso dagli atti amministrativi, non consentiva l’accesso alle graduatorie provinciali permanenti Ata. La conseguenza è stata immediata: esclusione dalle graduatorie 24 mesi e decadenza del contratto a tempo indeterminato sottoscritto nel 2023. In termini pratici, licenziamento.

Nonostante la perdita del posto, il servizio svolto negli anni rimane valido ai fini economici, ma non sotto il profilo giuridico. Questo significa che la lavoratrice non dovrà restituire gli stipendi percepiti, pur vedendosi annullare il rapporto di lavoro. Resta aperta la possibilità di ricorrere contro il licenziamento, anche se l’iter si presenta complesso e con esiti tutt’altro che scontati, alla luce delle sentenze che negli ultimi anni hanno confermato l’orientamento restrittivo sui titoli ritenuti irregolari.

Il caso di Pordenone non è isolato. Nel territorio del Friuli occidentale episodi simili si sono già verificati in passato, con una media di circa un licenziamento all’anno legato a dichiarazioni non veritiere o a titoli di studio non riconosciuti.

Nella maggior parte dei casi si è trattato di supplenti annuali, ma non sono mancati episodi che hanno coinvolto personale già assunto in ruolo. In passato, altri licenziamenti avevano riguardato irregolarità nelle autocertificazioni o problemi contributivi emersi dopo l’assunzione.

La vicenda riporta al centro dell’attenzione il tema dei controlli incrociati tra scuole, uffici scolastici e autorità giudiziarie. Le verifiche sui titoli dichiarati nelle graduatorie Ata sono diventate sempre più capillari e sistematiche, con effetti che continuano a emergere anche a distanza di anni dall’assunzione.

Un meccanismo che, come dimostra il caso di Pordenone, può portare a conseguenze drastiche anche dopo un periodo prolungato di servizio, incidendo in modo diretto sulla vita lavorativa di chi opera quotidianamente nelle scuole

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