PORDENONE – Il talento fotografico di Ulderica Da Pozzo si fa portavoce del passare del tempo, immortalando con empatia e precisione le tracce di un mondo e di una cultura in lento declino. La mostra personale Echi del tempo. Fotografie per una memoria identitaria si concentra sulle immagini che rivelano le vestigia delle “cose” dimenticate nelle case e stanze abbandonate delle terre di origine dell’artista: dalla Carnia alle Valli del Natisone, dal Friuli di mezzo fino ad Erto. Questa esposizione fa parte del progetto promozionale del CICP – Centro Iniziative Culturali Pordenone e sarà accessibile al pubblico dal 15 febbraio al 5 aprile 2025 presso la Galleria Sagittaria della Casa dello Studente Antonio Zanussi di Pordenone.
La mostra presenta più di 55 opere realizzate da Ulderica Da Pozzo, le quali esplorano temi di grande rilevanza antropologica e inducono lo spettatore a riflettere sulle tradizioni, la cultura materiale e l’identità del Friuli Venezia Giulia. Le fotografie, che risalgono agli anni Novanta, raccontano il legame tra le persone e il territorio, immortalando luoghi, volti e momenti di vita quotidiana che stanno gradualmente scomparendo. Come sottolinea il curatore della mostra, Angelo Bertani, le fotografie di Ulderica Da Pozzo riflettono la consapevolezza che un’intera cultura si sta dissolvendo, e la fotografia assume il compito di conservare le tracce di quella memoria legata non solo al passato, ma anche al futuro delle prossime generazioni.
Maria Francesca Vassallo, presidente del CICP, spiega che il Centro, da sempre impegnato nella promozione della fotografia, presenta ora l’opera di una fotografa capace di catturare la realtà friulana con uno sguardo autentico e privo di artifici, mettendo al centro le persone e il loro legame con il territorio. La fotografia di Da Pozzo è stata sempre un mezzo di documentazione e analisi approfondita, che va oltre l’immagine stessa, dando vita a narrazioni silenziose che parlano di tradizioni, lotte e speranze.
Ulderica Da Pozzo ha iniziato la sua carriera fotografica nel 1976 e nel 1980 ha iniziato a lavorare professionalmente. Nel corso degli anni, ha collaborato con istituzioni e riviste di prestigio, creando un vasto archivio fotografico che documenta le tradizioni popolari, l’agricoltura, il paesaggio e le bellezze storiche del Friuli Venezia Giulia. Le sue mostre, tra cui “Il fum e l’aga” (1998), “Carnia” (2002) e “I ragazzi del ’99” (2019), hanno contribuito a valorizzare la cultura della regione.
Le sue opere sono state esposte in importanti contesti come la Biennale Diffusa di Trieste e a Roma con la ricerca Stanze. I premi ottenuti, come il Premio “Friuli Venezia Giulia Fotografia” (2002) e il Premio internazionale “Donna di Fiori” (2010), testimoniano il suo prestigio e il suo contributo alla cultura fotografica. Le sue opere sono conservate anche presso la Bibliothèque Nationale di Parigi, confermando il valore internazionale del suo lavoro.
La mostra Echi del tempo offre l’opportunità unica di immergersi nelle tracce di un passato che sta gradualmente scomparendo. Ulderica Da Pozzo, attraverso la sua fotografia, ci invita a riflettere sull’importanza delle memorie individuali e collettive legate al territorio, evidenziando il ruolo cruciale della fotografia nel preservare la memoria storica, culturale e sociale di una terra ricca di tradizioni.