Ricordi di Pravisdomini: la battaglia di Cheren nella Seconda Guerra Mondiale
PRAVISDOMINI (PORDENONE) – La battaglia di Cheren, che si è svolta tra il 2 febbraio e il 27 marzo del 1941, rappresenta uno degli scontri più intensi per le forze italiane durante la Seconda Guerra Mondiale. Cheren, un punto cruciale per il controllo dell’Eritrea, vide la difesa coraggiosa e determinata di migliaia di soldati italiani, tra cui numerosi eritrei, che erano mal equipaggiati e privi di adeguati rifornimenti. Nonostante le avverse condizioni, le truppe italiane opposero una resistenza eccezionale contro l’avanzata delle forze britanniche, segnando un momento di grande eroismo militare che ancora oggi viene ricordato con orgoglio.
Il coraggio del brigadiere Attilio Basso
Un episodio significativo della battaglia fu il gesto eroico di Attilio Basso, brigadiere dei Carabinieri, il 16 marzo 1941. Nonostante le gravi ferite subite, Basso rifiutò di abbandonare il campo di battaglia. Originario di Pravisdomini (PN), Basso fu uno dei tanti soldati italiani che si distinsero per il loro coraggio. Nonostante fosse colpito da diversi proiettili e avesse un braccio rotto, continuò a combattere, incoraggiando i suoi compagni alla resistenza. Il suo atto finale di eroismo fu lanciare un’ultima bomba a mano contro il nemico, gridando: “Viva l’Italia! Fintanto che i Carabinieri sono qui, il nemico non passa!” prima di spirare.
Il sacrificio di Basso gli valse la Medaglia d’Oro al Valor Militare alla memoria, diventando un simbolo del coraggio e della determinazione dei soldati italiani durante la Seconda Guerra Mondiale.
La commemorazione a Pravisdomini
Ogni anno, il Comune di Pravisdomini rende omaggio a Basso durante una cerimonia che si tiene nella via intitolata a lui, via Attilio Basso. Quest’anno, la commemorazione si è svolta il 16 marzo, con la presenza delle autorità locali e di una rappresentanza dei Carabinieri, tra cui il Comandante Provinciale dei Carabinieri, Col. Roberto Spinola. Durante la cerimonia, un picchetto di Carabinieri in alta uniforme ha deposto una corona d’alloro presso il cippo commemorativo, mentre il Cappellano militare della Legione ha benedetto la corona e recitato la preghiera del carabiniere.
L’evento è stato commovente, con la partecipazione di familiari e commilitoni del Brigadiere Basso, insieme alle autorità locali. La cerimonia si è conclusa con un forte senso di orgoglio e rispetto per l’eroismo di Basso e di tutti i soldati italiani che combatterono a Cheren.
La vita di Attilio Basso: dalla formazione al sacrificio
Nato il 21 luglio 1901 a Frattina di Pravisdomini, Attilio Basso proveniva da una famiglia di mezzadri. Dopo aver lavorato come contadino e muratore, si arruolò nell’Arma dei Carabinieri Reali nel 1920. Dopo aver servito in Italia, fu assegnato in Libia, dove si distinse nella campagna di pacificazione e ottenne la Medaglia di Bronzo al Valor Militare.
Nel 1936, con l’entrata in guerra dell’Italia, Basso fu mandato al fronte etiopico con il grado di Brigadiere. La sua carriera lo portò fino alla battaglia di Cheren durante la Seconda Guerra Mondiale, dove perse la vita nell’ultimo assalto contro le forze nemiche.
La motivazione della medaglia d’oro: un atto eroico senza pari
La motivazione che accompagnò la consegna della Medaglia d’Oro al Valor Militare a Basso sottolineò il coraggio straordinario e lo spirito di sacrificio dimostrati durante gli ultimi giorni di battaglia a Cheren. Nonostante le ferite gravi, Basso rimase saldo sul campo, incoraggiando i suoi compagni e contribuendo con il suo coraggio a mantenere compatto il fronte italiano fino alla fine. Il suo gesto finale, lanciando la bomba a mano contro il nemico, fu il simbolo di un soldato che non si arrese mai.