Finge un malore e fugge dalla finestra del bagno durante il processo: caccia all'uomo in Trentino
Evasione a Trento: detenuto finge un malore e fugge dal tribunale. Ricerche in corso in tutta la provincia.


TRENTO - Una evasione rocambolesca ha scosso il capoluogo trentino nel pomeriggio di martedì 7 ottobre, quando un detenuto trasferito dal carcere di Spini di Gardolo al tribunale di Largo Pigarelli per un’udienza è riuscito a eludere la sorveglianza, fingendo un malore e approfittando del momento per fuggire.
La fuga dal bagno del tribunale
Secondo le prime ricostruzioni, l’uomo – un 30enne di origine marocchina, accusato di violenza sessuale commessa a Trento nel 2024 – avrebbe chiesto di poter andare in bagno dopo aver simulato un malore. Una volta entrato nei servizi, è riuscito a scappare da una finestra, lasciando tutti di stucco.
Dopo la fuga, il detenuto si sarebbe tolto e abbandonato le manette in strada, dileguandosi rapidamente tra le vie del centro cittadino. Da quel momento, tutte le forze dell’ordine della provincia si sono attivate, con sirene spiegate udite per ore in diversi punti della città.
L’identikit del fuggitivo
Il detenuto indossava una camicia bianca con una bandiera tricolore sul lato sinistro, jeans chiari e scarpe da ginnastica. È alto circa un metro e ottanta. Chiunque lo avvisti o abbia informazioni utili è invitato a contattare immediatamente il 112.
L’appello del sindacato della Polizia penitenziaria
A denunciare l’accaduto è stata la Uilpa Polizia Penitenziaria, attraverso le parole del segretario generale Gennarino De Fazio, che ha definito l’evasione “l’ennesima conferma del fallimento delle politiche carcerarie attuate dal Ministero della Giustizia e dal Governo”.
Secondo De Fazio, l’attuale situazione nelle carceri italiane è ormai al limite: “Con 63.245 detenuti, 16.625 oltre i posti disponibili, e oltre 20mila agenti mancanti rispetto al fabbisogno, gli operatori vivono una condizione di stress continuo e turni di servizio che arrivano a durare anche 26 ore consecutive”.
Le criticità del sistema penitenziario
Il sindacalista ha inoltre sottolineato come sia indispensabile adottare provvedimenti urgenti per ridurre il sovraffollamento e potenziare gli organici della Polizia penitenziaria, oltre a modernizzare gli equipaggiamenti e avviare una riforma strutturale del sistema carcerario.
La fuga del detenuto a Trento, dunque, riporta al centro dell’attenzione un problema che da tempo pesa sul sistema giudiziario e penitenziario italiano: quello di una gestione sempre più complessa e sottodimensionata rispetto alle esigenze reali del personale e dei detenuti.
Ricerche ancora in corso
Nel frattempo, la caccia all’uomo continua senza sosta. Le pattuglie della Polizia di Stato, dei Carabinieri e della Polizia penitenziaria stanno controllando ogni zona del Trentino, dalle aree urbane alle strade periferiche, nel tentativo di rintracciare il fuggitivo.
L’intera provincia è in stato di massima allerta, e la speranza è che nelle prossime ore l’uomo possa essere fermato e ricondotto in carcere, ponendo fine a una vicenda che ha lasciato sgomenta l’opinione pubblica e riacceso il dibattito sulla sicurezza e l’efficienza del sistema penitenziario italiano.