Friuli Venezia Giulia: l'11,9% dei giovani non studia né lavora

In Friuli-Venezia Giulia l’11,9% dei giovani è NEET: il rapporto Dedalo di Fondazione Gi Group evidenzia le sfide e le priorità per il futuro.

13 novembre 2025 11:39
Friuli Venezia Giulia: l'11,9% dei giovani non studia né lavora -
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FVG – Più di un giovane su dieci in Friuli-Venezia Giulia si trova nella condizione di NEET, ovvero non studia, non lavora e non è inserito in percorsi formativi. A rivelarlo è il rapporto “NEET, giovani non invisibili: sfide e risposte per attivare le risorse del futuro”, il primo studio di analisi e advocacy del progetto Dedalo – Laboratorio permanente sul fenomeno NEET, promosso da Fondazione Gi Group in collaborazione con l’Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo, ZeroNeet di Fondazione Cariplo e la Fondazione Compagnia di San Paolo.

In Friuli-Venezia Giulia l’11,9% dei giovani è NEET

Secondo i dati raccolti, nel Friuli-Venezia Giulia il 11,9% dei giovani tra i 15 e i 34 anni rientra nella categoria dei NEET.
Un dato che evidenzia una criticità crescente, se si considera l’ampliamento della fascia d’età dell’indagine: non più solo 15-29 anni, ma fino ai 34 anni, per cogliere la transizione più lunga dei giovani verso l’età adulta, tra percorsi di studio, precarietà e difficoltà occupazionali.

Il divario di genere: più donne senza lavoro o formazione

Il fenomeno colpisce in particolare la componente femminile.
Nel dettaglio, la quota di giovani donne NEET in regione arriva al 15,7%, contro l’8,4% dei coetanei maschi.
Un divario significativo che riflette una persistente disuguaglianza di opportunità, legata non solo al mercato del lavoro ma anche a carichi familiari e percorsi educativi differenziati.

La condizione peggiora con l’età

L’incidenza dei NEET cresce sensibilmente con l’avanzare dell’età:

  • 5,1% tra i 15-19enni,

  • 11% tra i 20-24enni,

  • 15,6% tra i 25-29enni,

  • 15,5% nella fascia 30-34 anni.

Un andamento che dimostra come molti giovani, terminati gli studi o lasciati i percorsi formativi, fatichino a inserirsi stabilmente nel mondo del lavoro, restando intrappolati in una lunga fase di incertezza.

L’istruzione della madre come fattore protettivo

Lo studio conferma inoltre un dato emerso anche a livello nazionale: il livello di istruzione della madre rappresenta un elemento di protezione contro il rischio di esclusione formativa e lavorativa.
In Friuli-Venezia Giulia, la quota di NEET sale al 14,2% tra chi ha la madre con la sola licenza media, mentre scende al 7,9% quando la madre è diplomata.

Le cinque priorità per contrastare il fenomeno

Secondo Chiara Violini, presidente di Fondazione Gi Group, il progetto Dedalo nasce per «studiare e comprendere le cause profonde dell’allontanamento dei giovani dai percorsi scolastici e lavorativi e per stimolare iniziative di contrasto e prevenzione».
Dall’analisi emergono cinque priorità per sostenere le nuove generazioni:

  1. Rafforzare il sistema duale scuola-lavoro per agevolare il passaggio all’occupazione.

  2. Potenziare l’orientamento precoce fin dall’infanzia.

  3. Introdurre misure di sostegno economico per i giovani provenienti da contesti svantaggiati.

  4. Valorizzare l’istruzione terziaria e la formazione continua.

  5. Creare strumenti di monitoraggio permanente per seguire i percorsi formativi e lavorativi lungo l’intero arco della vita.

Dedalo: un laboratorio permanente sul futuro dei giovani

Il progetto Dedalo si configura come un osservatorio nazionale permanente, punto di riferimento per istituzioni, scuole, università, aziende e famiglie, con l’obiettivo di raccogliere dati, analizzare le tendenze e promuovere buone pratiche.
Attraverso un portale interattivo (fondazione.gigroup.it/dedalo), mette a disposizione database regionali e nazionali, strumenti di analisi comparata e proposte operative per costruire un futuro più solido per le nuove generazioni.

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