Friuli Venezia Giulia, screening mammografico: calano del 24% i decessi per tumore al seno

In Friuli Venezia Giulia vent’anni di screening mammografico: mortalità ridotta del 24% e adesione al 77,7%.

05 novembre 2025 15:54
Friuli Venezia Giulia, screening mammografico: calano del 24% i decessi per tumore al seno -
Condividi

UDINE – Un traguardo che conferma l’efficacia della prevenzione come pilastro della sanità pubblica. In Friuli Venezia Giulia, il programma di screening mammografico celebra vent’anni di attività, rappresentando un modello riconosciuto a livello nazionale per risultati, adesione e qualità del servizio.

Durante la presentazione dei dati di Ottobre Rosa e del ventennale del programma, svoltasi nella sede della Regione a Udine, l’assessore regionale alla Salute Riccardo Riccardi ha sottolineato come la combinazione tra competenza, organizzazione e sensibilizzazione abbia consentito di salvare vite e rafforzare il sistema sanitario pubblico.

Venti anni di prevenzione e risultati concreti

Dal 2005 al 2025 in Friuli Venezia Giulia sono state effettuate oltre 1,1 milioni di mammografie di screening, con 280 mila donne prese in carico dal sistema sanitario regionale.
L’adesione al programma ha raggiunto il 77,7%, un valore che colloca la regione al terzo posto in Italia, mentre la copertura degli inviti coinvolge il 100% della popolazione target, ovvero le donne di età compresa tra 45 e 74 anni.

I risultati sono tangibili: in vent’anni si è registrata una riduzione della mortalità per tumore al seno del 24,4% nella fascia d’età oggetto dello screening. Anche la sopravvivenza a 5 anni per il tumore della mammella si attesta all’89%, superando la media nazionale dell’87,6% (fonte AIOM-AIRTUM 2023).

Chirurgia conservativa e fiducia nel sistema pubblico

Il Friuli Venezia Giulia può vantare anche dati eccellenti dal punto di vista clinico e chirurgico: oltre l’85% dei tumori inferiori ai 2 cm viene trattato con chirurgia conservativa, un approccio meno invasivo che tutela la qualità di vita delle pazienti.
Inoltre, la regione presenta uno dei tassi di “fuga” chirurgica più bassi d’Italia, con solo il 2,67% delle donne che sceglie di farsi operare fuori regione, contro una media nazionale dell’8%.

Si tratta di risultati che testimoniano non solo l’efficacia della rete oncologica regionale, ma anche la fiducia delle cittadine nel sistema sanitario pubblico, che negli anni ha saputo costruire un modello organizzativo integrato e di alta qualità.

Riccardi: “La prevenzione è un investimento sociale”

“Il programma di screening mammografico del Friuli Venezia Giulia – ha affermato l’assessore Riccardo Riccardi – dimostra quanto la prevenzione, sostenuta da professionalità e organizzazione, possa salvare vite e rafforzare la sanità pubblica. È un lavoro complesso ma prezioso, che da vent’anni garantisce ai cittadini un servizio di eccellenza e fiducia”.

L’assessore ha evidenziato come la prevenzione non sia solo una strategia sanitaria, ma anche un investimento sociale, in grado di consolidare la tenuta del Servizio sanitario pubblico.
Riccardi ha richiamato l’importanza di promuovere una nuova alfabetizzazione sanitaria, favorendo l’accesso consapevole ai servizi e l’abitudine a controlli periodici: elementi fondamentali per una medicina di prossimità, sempre più vicina alle persone.

Una rete efficiente al servizio delle donne

Il modello del Friuli Venezia Giulia, costruito negli anni grazie a medici, tecnici e dirigenti che operano con dedizione, rappresenta oggi un esempio virtuoso di sanità integrata.
La rete di screening oncologici regionale ha saputo unire diagnosi precoce, qualità clinica e fiducia, anticipando i tempi e adattandosi ai cambiamenti sociali e sanitari.

Per Riccardi, le riorganizzazioni del sistema sanitario non devono essere viste come tagli, ma come razionalizzazioni necessarie per migliorare prestazioni e sicurezza, in risposta a bisogni reali e in continua evoluzione.

Il Friuli Venezia Giulia conferma così la sua leadership in Italia nel campo della prevenzione e della salute pubblica, dimostrando come la cura del futuro inizi dalla diagnosi precoce.

Segui Diario di Pordenone