Lavoro in Friuli Venezia Giulia: più occupati, ma stipendi ancora fermi

In Friuli Venezia Giulia occupazione record e disoccupazione al 4,7%, ma aumentano le ore di cassa integrazione e i salari restano fermi.

25 ottobre 2025 08:36
Lavoro in Friuli Venezia Giulia: più occupati, ma stipendi ancora fermi -
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Il mercato del lavoro del Friuli Venezia Giulia conferma la sua solidità, con livelli di occupazione tra i più alti d’Italia e un tasso di disoccupazione tra i più bassi. Tuttavia, dietro ai numeri positivi si intravedono anche segnali di rallentamento, legati alla ripresa della cassa integrazione e alla stagnazione delle retribuzioni, che restano ferme nonostante la crescita dell’occupazione.

Cassa integrazione in lieve aumento, ma sotto la media nazionale

Nel primo semestre del 2025, il numero delle ore di cassa integrazione (Cig) autorizzate in Friuli Venezia Giulia è salito dell’1,4% rispetto allo stesso periodo del 2024. In totale, sono state richieste 8,1 milioni di ore, circa 109mila in più rispetto all’anno precedente.

Si tratta di un incremento contenuto, soprattutto se confrontato con quello registrato in Veneto (+9,2%) e Trentino-Alto Adige (+26,3%). Tuttavia, la situazione non è omogenea: Gorizia mostra un balzo del +34,4%, seguita da Pordenone (+14,5%), mentre Udine (-11,8%) e Trieste (-29,9%) segnano una netta diminuzione delle ore richieste.

I comparti più colpiti dal ricorso alla Cig sono quelli della meccanica, della metallurgia e del legno-arredo, settori tradizionali dell’economia regionale. L’analisi arriva dall’Ufficio Studi della CGIA, che monitora costantemente l’andamento del lavoro e della produttività nel Nordest.

Occupazione in crescita e disoccupazione tra le più basse

Nonostante il lieve aumento della Cig, il quadro occupazionale resta positivo. Il numero degli occupati in Friuli Venezia Giulia continua infatti a crescere e nel 2025 dovrebbe superare le 528mila unità.

Il tasso di disoccupazione si mantiene su livelli molto contenuti, al 4,7%, pari a meno di 24mila persone in cerca di lavoro. Un dato che colloca la regione tra le migliori in Italia, dietro solo a Veneto e alle province autonome di Trento e Bolzano.

Cresce il lavoro, ma stipendi e produttività restano fermi

Negli ultimi tre anni, i risultati in tema di occupazione sono stati positivi, ma l’aumento dei posti di lavoro non si è tradotto in un analogo incremento della produttività e dei salari. In particolare, il settore dei servizi e del terziario mostra ancora segni di debolezza, anche in Friuli Venezia Giulia.

Le retribuzioni medie, già inferiori alla media europea, faticano a crescere, e il tasso di occupazione femminile rimane basso, mentre la presenza di giovani NEET continua a destare preoccupazione.

Le sfide del futuro tra Cig e Pnrr

L’aumento della cassa integrazione, unito a una produzione industriale in rallentamento, delinea un contesto in cui non mancano le criticità. La regione, come il resto del Paese, deve affrontare i rischi di una crisi economica strisciante già evidente in economie come quella tedesca e francese.

Secondo l’analisi della CGIA, la chiave per evitare un simile scenario è utilizzare in modo efficiente e rapido le risorse del Pnrr, che dovranno essere completamente impiegate entro giugno 2026. Con oltre 100 miliardi di euro ancora disponibili a livello nazionale, un uso mirato di questi fondi potrebbe sostenere la transizione digitale ed ecologica, rilanciare la produttività e consolidare la tenuta occupazionale di una regione che, ancora una volta, si conferma tra le più dinamiche d’Italia.

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