L’Osservatorio regionale sulle micotossine, composto da tecnici della Fondazione Agrifood Fvg, di Ersa, della Direzione Centrale Salute e delle Aziende sanitarie, del Crea, dell’Istituto zooprofilattico delle Venezie e da rappresentanti del settore cerealicolo, lancia l’allerta per la possibile presenza di micotossine nelle coltivazioni di mais colpite dalle grandinate di fine luglio, in particolare da quella di lunedì 24.
Si sta registrando, infatti, un attacco diffuso delle piante da parte di funghi, produttori di tossine. Tali micotossine, qualora presenti nella parte vegetale e quando questa entrasse nella razione alimentare degli animali allevati, determinerebbe la contaminazione del latte e dei suoi derivati, come i formaggi, compreso quello Dop Montasio.
Si ricorderà che alcuni anni fa, in particolare nel 2014, la contaminazione del latte da micotossine aveva causato notevoli danni economici all’intera filiera lattierocasearia della regione, caseifici compresi.
L’Osservatorio ha quindi diffuso una nota urgente ad associazioni di categoria, responsabili di assistenza tecnica e alle stesse aziende agricole definendo gli accorgimenti da adottare. Sono tre le soluzioni indicate in caso di danni elevati.
La prima è l’interruzione della coltivazione e l’interramento completo delle piante. La seconda è la trinciatura del mais per essere però avviato agli impianti per la produzione di biogas.
La terza via prevede di destinare comunque la biomassa all’alimentazione animale come insilato, ma rispettando determinate soluzioni tecniche: evitare la contaminazione con il terreno, attendere il grado di maturazione ottimale ed evitare il mais particolarmente disidratato o con pochi zuccheri fermentescibili necessari al corretto innesco del processo biologico che rende utilizzabile l’insilato.
Il processo di fermentazione può essere aiutato anche con starter naturali e con l’aggiunta di materiali ricchi di zuccheri, come la melassa.
In caso di danno parziale o ridotto alla coltura, conclude la nota, si consiglia di monitorare costantemente il suo stato anche in funzione dell’evoluzione climatica, in particolare della temperatura e dell’umidità. Questo in relazione allo sviluppo di funghi produttori di micotossine.
In tal senso l’Osservatorio invita a preferire la raccolta non appena la coltura arriva a maturazione e il conferimento in essiccatoio per le verifiche del caso e il controllo dell’umidità. In caso si decida di optare comunque per la produzione di granella, si raccomanda di evitarne l’utilizzo, anche zootecnico, senza i dovuti controlli analitici, prima dell’essicazione e dello stoccaggio, sul livello di micotossine e umidità presenti.
“Quale ulteriore conseguenza di questo quadro – commenta il tecnico di Agrifood Fvg Francesco Coletti – alcune aziende potrebbero trovarsi in carenza di biomassa per l’alimentazione del proprio bestiame. Andranno individuate quindi fonti alternative di approvvigionamento di foraggio per l’imminente periodo autunnale e invernale”.