“Un sistema estremamente prezioso, che rientra in una politica di prevenzione che il Paese sta assumendo con grande responsabilità, più che mai utile vista la crisi climatica che stiamo vivendo, con eventi e calamità avversi importanti che ormai si presentano con una frequenza e con una violenza alle quali non eravamo abituati. Il lavoro svolto per arrivare fino a questo punto è stato un lavoro estremamente importante, prima di tutto per la salvaguardia della vita umana e perché si pone come grande momento di crescita culturale, di presa di coscienza, di responsabilizzazione, verso sé stessi e gli altri”.
Lo ha sottolineato l’assessore con delega alla Protezione civile del Friuli Venezia Giulia, Riccardo Riccardi, che questa mattina, nella sede di Palmanova della PcrFvg, ha preso parte a un incontro tecnico dedicato alla diffusione della data del primo test di It-Alert, il nuovo sistema di allarme pubblico nazionale che interesserà la nostra regione il 12 settembre 2023, intorno alle ore 12.
Hanno preso parte al vertice, tenutosi in Sala Ottagonale, in parte anche in videoconferenza, le prefetture, i referenti dei gestori telefonici, delle reti stradali, delle scuole e tutte le realtà chiamate, ciascuna secondo la propria competenza, a informare i cittadini del Friuli Venezia Giulia e le persone che, al momento del test, si troveranno fisicamente sul territorio della nostra regione.
La finalità è anche quella di comunicare i modi e le forme del test anche a chi è in ingresso Stato, tramite i confini di Austria e Slovenia, così da consentire al maggior numero di persone di non trovarsi impreparate. “È un tipo di tecnologia già operativa in altri Stati e oggi viene messa a disposizione del sistema e del cittadino italiano – ha spiegato Riccardi -. Una volta a regime, lo raggiungerà direttamente al suo telefonino tramite un suono particolare e subito riconoscibile, informandolo circa un evento calamitoso estremamente grave in atto, o prossimo ad accadere, consentendogli in questo modo di raggiungere un luogo sicuro, di mettersi al riparo e contenere quindi gli effetti della situazione di criticità, in casi specifici estremi: maremoto, collasso di grandi dighe, attività vulcanica, incidenti nucleari ed emergenze radiologiche, incidenti industriali di impianti che prevedono un piano di emergenza esterno e precipitazioni intense, tutti di elevata gravità”.
“La finalità di questo sistema, che va a implementare quelli di allerta già operativi, è quella propria della protezione civile, una lezione che il Friuli Venezia Giulia ha ben appreso grazie alla fondamentale via segnata dal commissario straordinario per la ricostruzione dopo il terremoto del 1976, Giuseppe Zamberletti – ha ricordato Riccardi – : conoscere il rischio per prevenirlo, conoscere gli effetti di una calamità per poterla affrontare con prontezza, tempestivamente, con gli strumenti appropriati, con continua formazione, con specializzazione del personale, dai volontari ai funzionari, in una piramide operativa sempre connessa, che vede dei Comuni i punti di riferimento territoriali fondanti, la Prc regionale all’apice, in stretto collegamento con il Dipartimento nazionale. La finalità è salvare vite umane, contenere i danni, proteggere il territorio in cui vivono le nostre comunità e dove vivranno le future generazioni”.