AVIANO – Un messaggio di pace nella terra delle armi: nuova azione di Land Poetry contro la guerra vicino alla base di Aviano
Un’opera poetica lunga 40 metri per dire no alla militarizzazione
Domenica 29 giugno, alle ore 10:00, il silenzio della campagna pordenonese sarà interrotto da un’azione artistica e simbolica destinata a far discutere. Un collettivo indipendente di attivisti, guidati dal poeta di strada friulano Mathias PdS – Poeta della Sera, darà vita a una nuova forma di protesta non violenta a pochi chilometri dalla base militare statunitense di Aviano.
Nel cuore del Friuli, in un’area mantenuta riservata per proteggere i proprietari terrieri coinvolti, sorgerà un’installazione temporanea di Land Poetry, lunga oltre 40 metri, visibile dall’alto tramite drone. Un’opera che unisce parole, terra e pensiero critico, pensata per dare forma al malessere diffuso di una parte della popolazione del Nordest, preoccupata dalla presenza nel territorio delle testate nucleari B61-12.
Lo slogan visibile dal cielo: “Fabbricanti di Tombe”
Utilizzando vecchi giornali per comporre lettere giganti, gli attivisti scriveranno sul terreno la frase “Fabbricanti di Tombe”, alterando ironicamente e provocatoriamente la parola “bombe” per trasformarla in un monito sulla morte. Uno slogan che non vuole puntare il dito contro singoli, ma che si rivolge “a tutte le forme di potere che scelgono il riarmo invece del dialogo”, spiegano i promotori.
L’intervento arriva dopo un’indagine informale condotta a Pordenone, Udine e Gorizia, che ha fatto emergere una diffusa inquietudine tra cittadini di ogni età sulla presenza dell’arsenale nucleare in regione.
Una protesta poetica che diventa denuncia sociale
Si tratta della quarta azione di Land Poetry organizzata da Mathias PdS, che da mesi porta avanti un percorso di sensibilizzazione attraverso interventi artistici non invasivi, capaci di fondere attivismo e poesia visiva. L’obiettivo? Stimolare un dibattito urgente sulle conseguenze della militarizzazione e sulla funzione strategica della base di Aviano nel contesto di un’Europa in tensione.
Alla luce dei recenti attriti geopolitici tra Stati Uniti e Iran, il rischio nucleare torna infatti prepotentemente d’attualità. Aviano, ricordano gli attivisti, per posizione e funzione logistica rappresenta uno dei bersagli sensibili in caso di conflitto, con implicazioni dirette per l’intera Italia.
Tra arte e impegno civile: il precedente di “Amiamoci”
La nuova installazione prosegue idealmente un percorso iniziato con azioni precedenti come quella in cui la parola “Armiamoci” era stata trasformata in “Amiamoci”. Un gioco linguistico potente, capace di rovesciare il messaggio dominante attraverso la forza della poesia pubblica e il linguaggio del paesaggio.
Il collettivo che affianca Mathias è composto da attivisti locali e persone comuni, che scelgono di agire fuori dai canali tradizionali, senza bandiere politiche, ma con un’unica missione: aprire gli occhi, sollevare dubbi, smuovere coscienze.
“Non siamo contro nessuno – dichiarano gli organizzatori – ma vogliamo porre l’attenzione su una realtà che ci riguarda tutti e di cui si parla ancora troppo poco”.