Roggia di Maniago, conto alla rovescia per la riapertura: nuovi lavori tra sicurezza e paesaggio
A Maniago la storica roggia rinasce: nuovi lavori del Consorzio Cellina Meduna tra sicurezza, ambiente e valorizzazione del territorio.
MANIAGO - Manca ormai pochissimo alla riapertura ufficiale dell’antica roggia di Maniago, il canale che dalla Val Colvera scende verso la città e che, per decenni, ha alimentato il boom delle storiche coltellerie e della loro produzione. Dopo mesi di cantiere, la storica infrastruttura idraulica – vero simbolo dell’identità produttiva e paesaggistica del territorio – è stata rimessa a nuovo grazie a un articolato intervento del Consorzio di bonifica Cellina Meduna (Cbcm), che ha operato su oltre tre chilometri di percorso restituendo al canale funzionalità, sicurezza e un nuovo valore anche in chiave turistica.
Antica roggia verso la riapertura
La roggia di Maniago non è un semplice canale, ma un segno distintivo del Mandamento, un’infrastruttura che ha permesso alle botteghe e alle officine di trasformare l’acqua in energia, ponendo le basi per lo sviluppo delle coltellerie maniaghesi.
L’intervento del Consorzio Cellina Meduna ha interessato più di tre chilometri del tracciato, con un’azione complessiva di messa in sicurezza, manutenzione e riqualificazione del corso d’acqua. L’obiettivo è duplice: da un lato garantire una distribuzione più efficiente della risorsa idrica in un contesto segnato dai cambiamenti climatici, dall’altro valorizzare uno degli scorci più suggestivi del territorio, già molto amato da turisti e fotografi alla ricerca di scatti d’eccezione tra acqua, vegetazione e archeologia industriale.
«Da sempre la nostra priorità – ha spiegato il presidente dell’ente irriguo Valter Colussi – è puntare a una costante manutenzione degli impianti di distribuzione, permettendoci così di non sprecare acqua e di evitare danni maggiori a causa dei cambiamenti climatici». Un’impostazione di lungo periodo che trova nella roggia maniaghese uno dei suoi esempi più evidenti.
Un nuovo ponte tubo in corten sospeso sul Colvera
Tra gli interventi più rilevanti spicca la posa di un nuovo ponte tubo, una passerella in acciaio corten installata nelle scorse settimane con l’ausilio di potenti gru. La struttura, dal forte impatto scenografico, sostituisce il vecchio manufatto obsoleto che dominava il torrente Colvera e che non rispondeva più agli standard di sicurezza e funzionalità richiesti.
Questo passaggio del cantiere è stato tutt’altro che semplice: l’orografia impervia dei luoghi, unita alle dimensioni ridotte della strada di accesso, ha reso le operazioni particolarmente complesse dal punto di vista logistico e tecnico. Nonostante ciò, la nuova passerella è stata posizionata con successo, integrandosi nel paesaggio e restituendo al tratto di roggia una nuova fruibilità e una maggiore robustezza infrastrutturale.
In queste ore i tecnici del Cbcm stanno eseguendo gli ultimi ritocchi al cantiere, portando a compimento un progetto più ampio di messa in sicurezza che riguarda l’intero tracciato della roggia e la sua capacità di resistere a eventi meteorologici sempre più estremi.
Sicurezza idraulica e bonifica dell’amianto: un 2025 di svolta
Per la cittadina delle coltellerie il 2025 non si limita alla rinascita della roggia: grazie alla collaborazione con il Consorzio di bonifica Cellina Meduna, il territorio ha visto realizzarsi un’altra opera significativa dal punto di vista ambientale e sanitario.
Il consorzio si è infatti occupato della rimozione di una parte dell’amianto ancora disperso tra i sassi del greto maniaghese, in un’area situata al confine con il territorio di Montereale Valcellina. Una ferita aperta da decenni, con frammenti di materiale contaminato che giacevano nell’alveo del Cellina.
«La bonifica – ha ricordato il presidente Colussi – è costata quasi 900 mila euro, interamente finanziati dalla Direzione regionale all’ambiente, e ha permesso lo smaltimento secondo normativa di una porzione del materiale contaminato da asbesto che da decenni giace nell’alveo del Cellina».
Un intervento importante che si inserisce in un percorso più ampio di pulizia e riqualificazione del letto del corso d’acqua, frutto anche degli sforzi e degli appelli dell’amministrazione comunale di Maniago, da tempo impegnata a ottenere una soluzione definitiva per un problema radicato nel tempo.
Canale Maraldi, intervento strategico tra Cavasso Nuovo e Meduno
Il lavoro del Consorzio Cellina Meduna non si è però concentrato soltanto su Maniago. Come sottolinea il direttore generale Massimiliano Zanet, nel corso dell’annata che va chiudendosi è stato oggetto di interventi rilevanti anche il canale Maraldi, un’infrastruttura fondamentale per l’irrigazione tra Cavasso Nuovo e Meduno.
«Abbiamo messo mano al ramo principale della condotta adduttrice – ha spiegato Zanet – in arrivo dalla Val Tramontina e alimentata dal torrente Meduna». Si è trattato di una urgente operazione di ripristino della piena funzionalità dell’impianto su oltre 300 metri lineari, necessaria per garantire una distribuzione regolare e sicura dell’acqua ai territori serviti.
L’intervento sul canale Maraldi conferma la strategia di fondo del consorzio: una manutenzione costante e programmata delle opere idrauliche, con la consapevolezza che solo infrastrutture efficienti e controllate possono far fronte alle nuove criticità climatiche, ridurre il rischio di danni e tutelare il lavoro di agricoltori, aziende e comunità locali.
Acqua, paesaggio e comunità: la roggia come patrimonio condiviso
Con la roggia di Maniago prossima alla riapertura, la cittadina si prepara a riabbracciare uno dei suoi luoghi simbolo, dove si intrecciano memoria industriale, funzione irrigua e valore paesaggistico.
Il rinnovamento del canale, la posa del nuovo ponte tubo in corten, la bonifica dall’amianto lungo il greto e gli interventi sul canale Maraldi compongono il quadro di un 2025 di svolta per il territorio, in cui l’acqua torna al centro come risorsa da proteggere e leva di sviluppo sostenibile.
Grazie al lavoro del Consorzio di bonifica Cellina Meduna, Maniago e i comuni limitrofi possono contare su impianti più sicuri e moderni, capaci di rispondere alle sfide del presente e di accompagnare, senza sprechi e con maggiore resilienza, il futuro dell’agricoltura, dell’ambiente e delle comunità che vivono lungo il Cellina, il Meduna e la storica roggia maniaghese.