Un meteorite nei boschi di Dardago. Ecco cosa dicono gli esperti
BUDOIA. Nel silenzio quasi surreale del bosco del "Ligont", che serpeggia dalla località di Dardago verso la zona montana di Piancavallo, un evento insolito ha attirato l'attenzione di molte persone....
BUDOIA. Nel silenzio quasi surreale del bosco del "Ligont", che serpeggia dalla località di Dardago verso la zona montana di Piancavallo, un evento insolito ha attirato l'attenzione di molte persone. Luca Pellegrini, noto naturalista della zona, durante una delle sue consuete esplorazioni, ha notato una sporgenza non comune nel terreno: una pietra dalla superficie insolitamente lucida e scura. Quanto accaduto è stato riportato anche nella pagina Il Vallone di San Tomè.
L'inizio della scoperta
Pellegrini, che spesso percorre questi sentieri con la figlia Alessia per osservare la natura e posizionare fototrappole, è stato colpito dalla particolarità del ritrovamento. Con un peso di 305 grammi, il frammento si distingue per le sue caratteristiche uniche che potrebbero non appartenere a una comune roccia terrestre.
"La brillantezza e la densità di questo oggetto sono straordinarie," ha commentato Pellegrini. "Subito ho pensato potesse trattarsi di qualcosa di non terrestre, forse un meteorite. I meteorite sono ciò che rimane degli asteroidi dopo il loro passaggio attraverso l'atmosfera terrestre . Quando entrano nell'atmosfera i meteoroidi si riscaldano fino ad emettere luce, formando così una scia luminosa chiamata meteora, bolide o stella cadente. Contrariamente a quanto comunemente si ritiene, il riscaldamento non è prodotto dall'attrito, ma dalla pressione dinamica generata dalla fortissima compressione dell'aria di fronte al meteorite. L'aria si riscalda e a sua volta riscalda il meteorite. Le meteoriti sono state divise tradizionalmente in tre grandi categorie: -rocciose o aeroliti (composte principalmente da silicati). ferrose o sideriti (composte per lo più da una lega di ferro e nichel). ferro-rocciose o sideroliti o miste (che contengono sia metallo che roccia in proporzioni paragonabili)."
Consultazione con gli esperti
Per verificare la sua ipotesi, il naturalista ha contattato alcuni esperti di astronomia. Le prime impressioni hanno suggerito che il frammento potrebbe effettivamente un meteorite. "Prima di arrivare a conclusioni definitive, è necessaria un'analisi più approfondita," ha sottolineato Pellegrini. Intanto, il detrito è stato trasportato in un luogo sicuro per ulteriori esami. Il ritrovamento richiama alla mente eventi simili avvenuti in passato nella regione. Nel gennaio 2020, frammenti di un meteorite erano stati raccolti nella zona delle Valli del Torre, contribuendo a un crescente interesse per questi fenomeni in Friuli Venezia Giulia. "Confrontando questo frammento con immagini di altri meteoriti trovati nella regione e altrove, la somiglianza è innegabile," ha aggiunto Pellegrini.
La passione naturalistica di Pellegrini
Oltre al mistero del possibile meteorite, Luca Pellegrini continua il suo lavoro con le fototrappole nel Vallone di San Tomè, documentando la ricca biodiversità della zona. Questa area è nota per la presenza di animali rari come gli sciacalli dorati e i gatti selvatici, che contribuiscono al fascino e alla complessità dell'ecosistema locale. Il frammento sarà sottoposto a ulteriori analisi per determinare con certezza la sua origine. "Se non dovesse essere un meteorite, sarà comunque un oggetto di grande interesse per la comunità scientifica e per gli appassionati di astronomia," ha concluso Pellegrini.