Passo indietro delle strutture private accreditate: riaprono le prenotazioni e ricorso al Tar congelato

Le strutture sanitarie private accreditate del Friuli Venezia Giulia sospendono il ricorso al Tar e riaprono le prenotazioni per collaborare con la Regione.

03 marzo 2025 16:52
Passo indietro delle strutture private accreditate: riaprono le prenotazioni e ricorso al Tar congelato -
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Le strutture sanitarie private accreditate della regione Friuli Venezia Giulia, attraverso le principali associazioni di categoria come Aiop, Anisap, e Assosalute, hanno annunciato di essere pronte a collaborare con la Regione per risolvere le problematiche legate al nuovo tariffario sanitario. Le tariffe, infatti, sono state oggetto di discussione a causa dell’impatto negativo che queste hanno sulle prestazioni, creando difficoltà per alcune strutture, in particolare quelle specializzate in radiologia e riabilitazione.

Riapertura delle prenotazioni: una soluzione temporanea

Dopo una serie di incontri con i vertici regionali, le associazioni hanno preso la decisione di sospendere temporaneamente il ricorso al Tar, con l’obiettivo di dare una possibilità al tavolo di lavoro convocato dalla Regione. Questa apertura segna un passo positivo verso una possibile risoluzione delle problematiche sollevate dalle nuove tariffe sanitarie. In attesa di una soluzione, le prenotazioni sono state riattivate per garantire continuità al servizio sanitario e non compromettere ulteriormente l’accesso alle prestazioni da parte dei cittadini.

Un tavolo di confronto tra Regione e strutture private

Le associazioni hanno ribadito che il dialogo costante tra il pubblico e il privato è fondamentale per salvaguardare la salute dei cittadini e la sostenibilità delle prestazioni sanitarie. In particolare, si sottolinea l'importanza di dare attenzione alle strutture mono-specialistiche, che si trovano in una situazione di grande difficoltà a causa delle riduzioni tariffarie. Le strutture che operano in settori come la radiologia e la riabilitazione sono le più penalizzate, e il timore è che queste modifiche possano compromettere l’offerta di prestazioni sanitarie fondamentali per il territorio.

Le tariffe a rischio

Il nuovo tariffario, entrato in vigore il 29 dicembre scorso, ha comportato una drastica riduzione dei rimborsi per numerose prestazioni, con tagli che vanno dal 20% al 60% rispetto ai valori precedenti. Questo ha reso insostenibili i costi per molte strutture, soprattutto quelle che forniscono prestazioni sanitarie ad alta intensità tecnologica, come le radiografie, la tomografia computerizzata (TC) e la risonanza magnetica. Queste riduzioni, che sono state ferme per oltre 20 anni, rappresentano un grave ostacolo per le strutture private accreditate che operano in convenzione con il Servizio Sanitario Regionale (SSR).

La richiesta di un nuovo accordo triennale

Le associazioni di categoria chiedono anche che la Regione definisca un nuovo accordo triennale regionale, possibilmente entro la fine di marzo, per dare alle strutture sanitarie private una visione chiara e unitaria del loro ruolo nella programmazione regionale. Questo accordo permetterebbe di garantire la stabilità finanziaria e operativa delle strutture private, che sono chiamate a fornire servizi sanitari in un contesto sempre più difficile.

Le strutture sanitarie fanno appello alla Regione affinché vengano considerate le difficoltà che molte realtà stanno affrontando e che il sistema pubblico e privato possano collaborare in modo più efficace per il bene della salute dei cittadini.

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