Preoccupazione per la situazione lavorativa alla base Usa di Aviano
La situazione lavorativa presso la base Usaf di Aviano sta generando forte preoccupazione. Attualmente, 20 dipendenti hanno già firmato le dimissioni volontarie, mentre altri 21 lavoratori rischiano il licenziamento, previsto per marzo 2025. Il Partito Democratico, tramite la responsabile regionale al Lavoro del Fvg, Valentina Francescon, richiede con forza il blocco dei licenziamenti, il rispetto del Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro (CCNL) per il personale civile non statunitense delle Forze Armate Usa in Italia e un’azione più incisiva da parte di Giunta e Governo.
Richieste per il rispetto degli accordi
Durante un incontro con Angelo Zaccaria, coordinatore territoriale UilTuCS Pordenone e coordinatore nazionale per l’Air Force della UIL, è stata espressa una preoccupazione condivisa riguardo agli esuberi annunciati. Secondo Francescon, la situazione ad Aviano appare particolarmente gravosa rispetto alle altre basi Usa in Italia. La riduzione del personale sarebbe motivata da una strategia di riduzione dei costi attraverso automazione ed esternalizzazione di servizi, piuttosto che dalla cessazione di funzioni specifiche.
Questa strategia, tuttavia, sarebbe in contrasto con l’articolo 57 del CCNL, che tutela il personale civile delle FFAA Usa in Italia, come stabilito dal Memorandum d’Intesa del 12 maggio 1981. Gli incentivi proposti per le dimissioni, definiti “irrisori”, risultano praticabili solo per i lavoratori prossimi alla pensione, grazie anche alla possibilità di usufruire della Naspi. Per chi ha invece più anni di lavoro davanti, l’assenza di una ricollocazione rappresenta un grave problema.
Impatto sull’occupazione e sull’indotto locale
La riduzione della forza lavoro all’interno della base rischia di avere pesanti ripercussioni sull’indotto locale, aggravando ulteriormente la crisi occupazionale già in atto nel pordenonese. Francescon sottolinea che, nonostante una recente interrogazione parlamentare rimasta senza risposta, il Pd intende continuare a spingere per un intervento diretto del ministro della Difesa, Guido Crosetto. L’obiettivo è tutelare la dignità e i diritti dei lavoratori italiani coinvolti.
Automazione ed esternalizzazioni sotto accusa
Un aspetto centrale della questione è rappresentato dall’introduzione di tecnologie automatizzate, che sostituirebbero mansioni finora svolte dal personale civile. Questo approccio, sebbene finalizzato a ridurre i costi, rischia di violare non solo gli accordi contrattuali ma anche di creare un precedente negativo per altre basi sul territorio nazionale. Le parti sociali, supportate da sindacati come la UilTuCS, denunciano la mancanza di trasparenza e di un piano che tenga conto delle conseguenze sociali.
Conclusione e prospettive
La situazione resta incerta, soprattutto per i lavoratori ancora in attesa di conoscere il proprio destino occupazionale. Nel frattempo, il Pd e i sindacati continueranno a vigilare affinché vengano rispettati gli accordi e garantiti i livelli occupazionali. La richiesta al Governo è chiara: maggiore impegno nella tutela dei lavoratori italiani, sia in termini di diritti sia di dignità professionale.