I finanzieri del Comando Provinciale di Pordenone hanno arrestato, in flagranza di reato, un cittadino afghano che, con indosso una microcamera e un piccolissimo auricolare, aveva appena superato la prova teorica per il conseguimento della patente di guida.
L’informazione – acquisita nel corso del costante controllo del territorio attuato dalle Fiamme Gialle del Friuli Occidentale – dava per certa, tra le file degli esaminandi, la presenza di un candidato straniero, in realtà impreparato, che avrebbe superato la prova teorica grazie ad un raffinato meccanismo truffaldino, attraverso il quale un “suggeritore”, esterno all’aula d’esame, gli avrebbe fornito tutte le risposte esatte.
Il giorno dell’esame, in piena sintonia con i vertici della Motorizzazione Civile, i Finanzieri del Gruppo di Pordenone hanno, quindi monitorato i vari candidati, individuandone uno particolarmente circospetto, che rispondeva ai singoli quesiti solo dopo aver compiuto dei movimenti impercettibili, tra cui aggiustarsi spesso il collo della maglia.
Al termine della prova, superata dal candidato con il massimo dei voti, l’uomo, un 33enne afghano, è stato fermato e controllato dalle Fiamme Gialle che, indosso, gli hanno rinvenuto e sequestrato un apparato trasmittente munito di una microcamera, nascosta – da qua la necessità della continua sistemazione del colletto – nel bottone più grande della maglia.
Lo straniero – dopo aver estratto a fatica il microauricolare con cui ascoltava le risposte corrette – è stato tratto in arresto per aver tentato di indurre in errore il pubblico ufficiale della MCTC nella formazione di un atto pubblico che, se tutto fosse andato come previsto, sarebbe alfine risultato “falso”.
Nel verificarne la possibile traduzione agli arresti domiciliari, inizialmente concessa dal Pubblico Ministero, i Finanzieri hanno, tuttavia, scoperto che la residenza dichiarata dall’afghano altro non era che un recapito concessogli, dietro corrispettivo, da un cittadino della provincia, al solo fine di accedere agli esami di guida. Per il concorso attivo nel reato di falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico, l’italiano è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Pordenone e l’afghano, a questo punto formalmente privo di un domicilio certo, è stato tradotto presso la Casa Circondariale di Udine.
Le indagini proseguono per individuare chi, dall’esterno, abbia aiutato lo straniero e se, in casi recenti, siano stati registrati fatti analoghi.