PORDENONE – È Rocco Papaleo, attore amatissimo, dalla cifra sulfurea e stralunata, il protagonista del nuovo allestimento de L’ispettore generaledi Nikolaj Gogol’, uno dei più grandi capolavori della drammaturgia russa, diretto per questa nuova edizione dal regista Leo Muscato, che approda martedì 21 e mercoledì 22 novembre al Teatro Verdi di Pordenone (inizio alle 20.30).
Commedia satirica, impastata di fraintendimenti e giochi di ruolo, fra le più divertenti e taglienti che sia mai stata scritta, Revizor, ossia il “revisore”, questo il titolo originale, è un affresco aguzzo di una società allo sbando, con cui Gogol’ si prende gioco della piccolezza morale di chi detiene un potere, ancorché piccolo, e si ritiene intoccabile. Scritta quasi duecento anni fa, è una commedia satirica tragicamente attuale dove l’occasione trasforma il protagonista, qui impersonato dalla maschera stralunata di Papaleo, da uomo qualunque in piccolo truffatore. Ambientata nella Russia zarista del 1836, la pièce di Gogol, popolata di approfittatori, affaristi e sfruttatori, è un emblematico atto di denuncia, attraverso il riso e la comicità, della burocrazia corrotta e dell’ingiustizia e dei soprusi che governano la quotidianità.
Per controllare la vita e l’operato dei suoi sudditi, lo zar Nicola I istituisce un nuovo organo di Stato chiamato Terza Sezione. È una sorta di inquisizione che persegue e ostacola tutti i liberi pensatori, fra cui Dostoevskij, Puškin e lo stesso Gogol. In breve tempo questo sistema scatena un processo di burocratizzazione della macchina amministrativa ed aumenta esponenzialmente il livello di corruzione fra i funzionari statali. “L’ispettore generale” è una commedia satirica estremamente divertente che si prende gioco delle piccolezze morali di chi detiene un potere e si ritiene intoccabile.
È forse l’opera più analizzata, criticata, incompresa, difesa, osteggiata, della letteratura russa di tutti i tempi. La trama, di per sé, è molto lineare e si basa su un equivoco: Chlestakov (Daniele Marmi) è un frivolo viaggiatore di passaggio in un remoto paesino che viene scambiato per un alto funzionario dello Stato spedito dallo zar ad indagare sulla condotta dei funzionari cittadini. Il malinteso scatena conseguenze nefaste per i “notabili” del piccolo villaggio – primo tra tutti per il Podestà, alias Rocco Papaleo – che si troveranno a vivere il giorno più lungo e tragico della propria esistenza, col timore di venire smascherati.
Una produzione Teatro Stabile di Bolzano, Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale e TSV – Teatro Nazionale. In scena con Rocco Papaleo e Daniele Marmi, Giulio Baraldi, Marta Dalla Via, Letizia Bravi, Marco Gobetti, Gennaro Di Biase, Michele Schiano di Cola, Michele Cipriani, Marco Vergani, Marco Brinzi, Elena Aimone, Salvatore Cutrì