Alexander Lonquich inaugura la stagione del Teatro Verdi con la Münchener Kammerorchester
La stagione 2025/2026 del Teatro Verdi di Pordenone si apre con Alexander Lonquich e la Münchener Kammerorchester nel segno di Beethoven.
PORDENONE – Si alza il sipario sulla nuova stagione 2025/2026 del Teatro Verdi di Pordenone, un cartellone ricco e trasversale che intreccia Prosa, Musica, Lirica e Danza, con la presenza di grandi interpreti e nuove voci, classici intramontabili e proposte contemporanee. Una programmazione che costruisce un percorso narrativo e sensoriale, un’“architettura del sentire”, come l’ha definita Alessandro Taverna, consulente artistico per Musica e Danza, capace di unire l’emozione estetica alla profondità del pensiero musicale.
La grande musica inaugura la stagione
A inaugurare il cartellone sarà proprio la Musica, sabato 25 ottobre, con un evento d’eccezione che vedrà protagonista Alexander Lonquich, pianista e direttore di fama internazionale, sul palco insieme alla Münchener Kammerorchester, una delle più prestigiose orchestre cameristiche d’Europa.
Il concerto proporrà un dittico beethoveniano di straordinaria intensità: il Concerto per pianoforte n. 4 in sol maggiore op. 58 e il Concerto n. 5 in mi bemolle maggiore op. 73 “Imperatore”. Due capolavori che, pur vicini cronologicamente, rappresentano due visioni opposte ma complementari del genio di Beethoven.
Nel Quarto Concerto, il pianoforte apre il discorso musicale con un tono intimo e poetico, quasi confidenziale, rovesciando la tradizione sinfonica; nell’“Imperatore”, composto durante l’assedio napoleonico di Vienna, emerge la forza eroica e la tensione drammatica, con un’energia monumentale che afferma la libertà creativa dell’artista.
Lonquich tra tradizione e ricerca
La presenza di Alexander Lonquich nella duplice veste di solista e direttore restituisce a queste opere una lettura al tempo stesso filologica e poetica. Rinunciando al ruolo di direttore separato, l’artista si fa interprete totale, instaurando un dialogo diretto e fluido tra pianoforte e orchestra.
Questa prassi, diffusa ai tempi di Beethoven ma oggi rara, diventa un gesto di libertà artistica, un atto di reciproco ascolto che trasforma il concerto in un’esperienza viva, autentica e imprevedibile.
Il profilo del maestro Alexander Lonquich
Nato a Treviri nel 1977, Lonquich ha vinto il Primo Premio al Concorso Casagrande, avviando una carriera che lo ha portato sui palcoscenici dei principali centri musicali del mondo. Ha collaborato con direttori d’orchestra come Claudio Abbado, Kurt Sanderling, Ton Koopman, Philippe Herreweghe, Marc Minkowski e molti altri, ricevendo riconoscimenti prestigiosi tra cui il “Diapason d’Or” e il Premio Abbiati come miglior solista nel 2016.
Nel suo ruolo di direttore e pianista, ha lavorato con importanti compagini come l’Orchestra da Camera di Mantova, la Mahler Chamber Orchestra, l’Orchestre des Champs Elysées, la Filarmonica della Scala e l’Orchestra Sinfonica Nazionale RAI. Dal 2014 è Direttore Principale dell’Orchestra del Teatro Olimpico di Vicenza e dal 2020 Direttore Artistico della Fondazione Scuola di Musica di Fiesole.
Münchener Kammerorchester: eccellenza europea
Fondata nel 1950 da Christoph Stepp, la Münchener Kammerorchester è oggi uno dei più importanti ensemble tedeschi, composta da 28 archi provenienti da 14 Paesi. Sotto la guida di Lonquich, l’orchestra dà vita a un’interpretazione di Beethoven definita dalla critica “fresca e luminosa”, capace di unire rigore e libertà, precisione e invenzione.
Un Verdi che unisce tradizione e contemporaneità
Il concerto di sabato inaugura una stagione che si annuncia vibrante e innovativa, nel segno della grande musica e della rivoluzione beethoveniana.
«Con questa nuova programmazione – commenta il presidente Giovanni Lessio – il Teatro Verdi conferma la sua vocazione di palcoscenico vitale e creativo, capace di proporre progetti artistici di respiro nazionale e internazionale. Il Verdi vuole essere sempre più un luogo di incontro e partecipazione, un presidio culturale aperto tutto l’anno, dove la cultura diventa motore di una città viva e aperta al mondo».