PORDENONE – Ultimo spettacolo in cartellone al Teatro Verdi di Pordenone, curato da Claudia Cannella. Martedì 29 e mercoledì 30 aprile alle 20.30, sarà in scena “L’Empireo”, un’opera inedita per il Friuli Venezia Giulia, diretta da Serena Sinigaglia. La produzione vanta la collaborazione di importanti teatri italiani come il Teatro Carcano, il Teatro Nazionale di Genova, il Teatro Stabile di Bolzano, il LAC – Lugano Arte Cultura e il Teatro Bellini di Napoli. La traduzione del testo, scritto da Lucy Kirkwood, è stata curata da Monica Capuani e Francesco Bianchi, con la drammaturgia affidata a Monica Capuani.
Un viaggio nel Settecento tra dramma e ironia
L’Empireo è un testo contemporaneo ambientato nel Settecento che rompe le convenzioni teatrali, offrendo uno stile fresco, incisivo e mai banale. La trama si svolge in un’Inghilterra rurale nel marzo del 1759, raccontando una storia di gender e potere con uno sguardo unico e lontano dalla retorica. Tredici attrici e un attore danno vita a un racconto corale che affronta tematiche come il giudizio, le aspettative sociali e la lotta per la giustizia. Il cast vanta nomi come Arianna Scommegna, Maria Pilar Pérez Aspa, Matilde Facheris, Sandra Zoccolan, Chiara Stoppa, Viola Marietti, Anahì Traversi, Francesca Muscatello, Giulia Agosta, Alvise Camozzi, Virginia Zini, Marika Pensa, Valeria Perdonò e Arianna Verzeletti, molte delle quali già protagoniste di “Supplici” al Teatro Verdi nel 2024.
Un testo “militante” e coinvolgente
Il testo di Lucy Kirkwood, definito “militante” dalla regista Serena Sinigaglia, mescola tragicomico e umorismo. Dodici matrone e un’ imputata si confrontano con il giudizio di un cielo “luminoso ma impotente”, esplorando il concetto di speranza attraverso una cometa che potrebbe cambiare la storia. “L’Empireo” affronta tematiche forti come il gender, mantenendo una rappresentazione cruda e autentica della realtà sociale dell’epoca.
Un cast d’eccezione per un’opera potente
Il cast di L’Empireo è un punto di forza dello spettacolo, con ogni interprete che valorizza la potenza drammatica del testo. La regia di Sinigaglia evidenzia ogni sfumatura della scrittura di Kirkwood, con un’attenzione al contesto storico e alla lotta delle protagoniste per farsi ascoltare in un mondo ostile. Il risultato è un’opera intensa che emoziona e riflette su tematiche sociali ed esistenziali.