Addio a Giuseppe Liani, morto a 68 anni il giornalista e scrittore

Giuseppe Liani, giornalista e saggista, ci ha lasciato oggi all'età di 68 anni, dopo un periodo trascorso in una struttura protetta a causa di una malattia neurodegenerativa. Conosciuto per la sua ver...

09 maggio 2024 13:30
Addio a Giuseppe Liani, morto a 68 anni il giornalista e scrittore -
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Giuseppe Liani, giornalista e saggista, ci ha lasciato oggi all'età di 68 anni, dopo un periodo trascorso in una struttura protetta a causa di una malattia neurodegenerativa. Conosciuto per la sua versatilità intellettuale e la passione per argomenti che spaziavano dalla storia alla filosofia del diritto, dalla politica allo sport, Liani ha attraversato vari ambiti professionali lasciando un segno distintivo in ognuno di essi.

Carriera politica e ingresso nel giornalismo

La carriera di Liani prese avvio nei ranghi giovanili del Partito Socialdemocratico, un'esperienza che segnò i suoi primi passi nel mondo della politica e del sociale. Successivamente, la sua carriera virò verso il giornalismo. Dopo un significativo periodo presso l'Associazione Industriali di Pordenone, Liani entrò a far parte della redazione del quotidiano locale del gruppo Monti, per poi approdare al Messaggero Veneto.

Gli anni in Rai e il legame con il Friuli Venezia Giulia

Nel 1992, una svolta: Liani fu assunto dalla Rai, inizialmente al Gr3. Appena un anno dopo, il trasferimento alla redazione regionale del Friuli Venezia Giulia, dove lavorò prima a Trieste e successivamente a Udine. Divenuto un punto di riferimento per telespettatori e radioascoltatori, Liani si distinse per la sua abilità nell'affrontare con rigore qualsiasi tema, preservando sempre i canoni del servizio pubblico. Nonostante le sfide imposte dalla sua malattia, continuò a lavorare con una lucidità ammirevole, mantenendo vivo il suo spirito critico e ironico, specialmente nel commentare il mondo del calcio, sua grande passione.

L'impegno accademico e le pubblicazioni

Oltre al giornalismo, Liani dedicò una parte significativa della sua vita all'attività accademica, come docente a contratto all'Università di Trieste, e alla scrittura saggistica. Tra le sue opere più note vi è "Il peccato originale", un'analisi approfondita del dibattito parlamentare che portò alla creazione della Regione a statuto speciale, riflettendo il suo impegno per una laicità positiva e la sua profonda conoscenza della storia e della politica italiana.

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