Truffa telefonica a una pensionata: "Sono tua figlia", le portano via 10mila euro
Ingannavano gli anziani spacciandosi per famigliari in difficoltà: messi a segni diversi colpi in Friuli e Veneto. Pedinanti e arrestati.


PORDENONE – Un’operazione lampo dei militari ha portato all’arresto di due giovani accusati di aver raggirato diverse anziane sole con un sistema ben collaudato.
Si tratta di una coppia residente nel portogruarese, già nota alle forze dell’ordine, fermata mentre rientrava a casa dopo l’ennesimo colpo messo a segno ai danni di una signora di Treviso di 95 anni.
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, il metodo utilizzato dai due consisteva in una telefonata concitata: una voce femminile, tra lacrime e singhiozzi, fingeva di essere la figlia della vittima e raccontava di essere ricoverata in ospedale in gravi condizioni.
La richiesta era sempre la stessa: “Mi servono subito dei soldi per un farmaco costoso!”.
Molti colpi andati a segno sull'onda delle emozioni
In molti casi, alcune anziane sono riuscite a intuire l’inganno e hanno riagganciato. Ma non tutte hanno avuto la lucidità necessaria in quei momenti di panico.
La 95enne di Treviso, convinta di parlare davvero con la figlia, ha acconsentito ad aiutare. Poco dopo ha bussato alla porta una presunta amica incaricata di ritirare il denaro per le cure urgenti.
Quella donna, in realtà, altri non era che la stessa persona che un minuto prima recitava al telefono la parte della figlia sofferente.
In pochi istanti è riuscita a farsi consegnare dall'anziana 10mila euro in contanti, i risparmi di una vita.
Truffatori pedinati ed arrestati
Questa volta, però, i malintenzionati sono stati pedinati fin dal primo istante dai militari del Nucleo Investigativo di Pordenone con il supporto dei colleghi di Portogruaro.
Appena la coppia è rientrata in auto, gli agenti li hanno bloccati in flagranza, recuperando l’intera somma e restituendola alla legittima proprietaria.
All’interno della vettura sono stati ritrovati anche diversi monili in oro, probabilmente provenienti da altri episodi simili. Il ragazzo, che si trovava alla guida, ha persino tentato un gesto disperato cercando di ingoiare una catenina nel tentativo di far sparire una prova evidente.
Gli investigatori hanno collegato la coppia a un altro episodio avvenuto a fine agosto a San Vito al Tagliamento, dove una donna di circa ottant’anni aveva consegnato una cifra identica, cadendo nella medesima messinscena.
Non solo: poche ore prima del fermo, i due avevano provato lo stesso trucco anche a Pravisdomini, ma in quel caso la vittima, più cauta, aveva intuito il pericolo e chiuso la telefonata.