Polcenigo (Pordenone) – Un anziano di 83 anni è stato deferito alla Procura della Repubblica di Pordenone dai Carabinieri della Stazione di Polcenigo, in collaborazione con il Corpo Forestale regionale, per aver appiccato due incendi dolosi in un’area boschiva demaniale nella località di Mezzomonte.
Primo incendio: settembre 2024
La prima situazione è avvenuta il 4 settembre 2024, quando è stato appiccato un incendio di piccole dimensioni nella zona boschiva vicino al cimitero della frazione Mezzomonte. I Vigili del Fuoco di Pordenone hanno prontamente domato le fiamme, evitando danni a persone, case o infrastrutture, ma danneggiando la vegetazione locale.
Le indagini condotte dai Carabinieri hanno identificato il responsabile, P.F., un uomo del luogo di 83 anni. L’uomo, dopo aver utilizzato sigarette e fiammiferi come innesco, è fuggito a bordo di una Fiat Panda. Per questo episodio, è stato denunciato per incendio boschivo ai sensi dell’articolo 423 bis del codice penale.
Secondo incendio: gennaio 2025
Nonostante la denuncia, P.F. ha ripetuto il gesto. Il 4 gennaio 2025, sempre nella stessa area boschiva, ha appiccato un altro incendio. Anche questa volta, il fuoco è stato spento senza feriti o danni significativi, ma le somiglianze con il primo episodio hanno subito indirizzato i sospetti verso l’anziano.
Perquisizione domiciliare e nuovi elementi di prova
Il 9 gennaio 2025, su autorizzazione della Procura di Pordenone, è stata condotta una perquisizione nella sua casa. Durante l’operazione, i Carabinieri hanno scoperto sigarette e fiammiferi simili a quelli usati per appiccare gli incendi, confermando le colpe dell’indagato, che ha ammesso di averli usati come innesco.
Ritrovamento di armi e strumenti illegali
La perquisizione ha portato alla scoperta di ulteriori prove incriminanti. Nella casa dell’uomo è stata trovata una pistola automatica marca Molgora, calibro 8, con un caricatore contenente cinque proiettili a salve. L’arma era detenuta illegalmente e nascosta in un cassetto della camera da letto.
Inoltre, sono stati rinvenuti tre lacci in acciaio per catturare fauna selvatica e tre reti modello mist, utilizzate per catturare uccelli. Il personale della Stazione Forestale ha preso in carico questi strumenti, procedendo con le relative contestazioni amministrative, mentre l’arma è stata sequestrata per ulteriori accertamenti sulla provenienza.
Misure e provvedimenti futuri
L’uomo dovrà rispondere davanti alla giustizia delle accuse di incendio boschivo, detenzione illegale di armi e violazioni delle normative sulla fauna selvatica. Le autorità locali confermano il loro impegno per la tutela del patrimonio naturale e il contrasto ai comportamenti illeciti.