Le persone che creano problemi sui mezzi pubblici, come bus e treni regionali, appartengono a due tipologie differenti. Anche le organizzazioni sindacali confermano questa tendenza, pur ammettendo che la situazione può variare. Gli episodi, infatti, sono eterogenei, anche se i profili dei responsabili presentano caratteristiche distinte.
Violenza sui bus
Le aggressioni sui bus hanno preso una piega diversa rispetto al passato. In passato, i responsabili erano spesso ubriachi, balordi o tossicodipendenti, prevalentemente italiani o stranieri, che manifestavano già aggressività alle fermate. Oggi, invece, la situazione è cambiata.
Bande di giovani
È Antonio Pittelli, segretario regionale della Cisl Trasporto pubblico, a descrivere il nuovo fenomeno: “Assistiamo a un cambiamento. Ora, a creare problemi sui bus, sono giovani che salgono in gruppo, italiani e stranieri insieme. Una volta a bordo, iniziano a comportarsi in modo scorretto, urlando, fumando e compiendo altre azioni che costringono l’autista a intervenire. In quel momento diventano aggressivi e attaccano il personale. Il recente episodio è stato di una gravità estrema, nonostante la presenza di un controllore a bordo, segno che non hanno alcun timore”.
Treni regionali
Nei treni regionali, coloro che solitamente mostrano atteggiamenti violenti verso il personale sono principalmente persone che viaggiano senza biglietto. Quando il controllore li raggiunge, le reazioni possono essere di due tipi. Alcuni non oppongono resistenza, fingendo di non capire e scendendo alla stazione indicata, per poi risalire sul treno successivo fino a destinazione. Altri, invece, sono più pericolosi, spesso alterati da alcol, sostanze o affetti da problemi psichiatrici. Questi individui, noti sia al personale che alle forze dell’ordine, possono rifiutarsi di mostrare il biglietto, reagire con furia e arrivare a colpire il personale. L’ultimo caso ha visto coinvolta una giovane capotreno sulla linea Udine – Venezia, nota per essere particolarmente turbolenta. Grazie all’intervento della Polfer, che viene allertata dal personale di bordo, questi individui vengono spesso fermati alla stazione di arrivo. Tuttavia, come denunciano i sindacati, il problema è che dopo pochi giorni si ripresentano sugli stessi treni, evidenziando un senso di impunità.
Le pene previste
Pittelli sottolinea la necessità di combattere questo senso di impunità: “Servono risposte immediate e certe. Chi commette questi atti deve essere identificato e punito senza sconti. Non ha senso adottare pene alternative solo perché sono giovani; le pene devono accumularsi se le aggressioni continuano, fino alla detenzione. In caso contrario, continueranno a ripetere gli stessi comportamenti, certi dell’impunità. Questi ragazzi, già a 16 o 17 anni, sanno bene distinguere tra bene e male”.