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Presentati i dati dell’Osservatorio della Metalmeccanica del FVG

Secondo il report ideato e coordinato da Cluster COMET, le aziende meccaniche della regione sono propense alla ricerca, alle politiche green, all’ottimizzazione dei processi e performano meglio che nel resto d’Italia.

redazione redazione
28/11/2023
in Cronaca, Cultura, Notizie
Presentati i dati dell’Osservatorio della Metalmeccanica del FVG
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UDINE, 28 NOVEMBRE 2023 – Innovazione, sostenibilità ambientale ed efficientamento produttivo sono i fattori che hanno determinano la crescita delle imprese del comparto metalmeccanico del Friuli Venezia Giulia. Non solo: le imprese del territorio registrano aumenti di fatturato superiori rispetto al dato nazionale così come al resto del settore manifatturiero regionale, ma l’incognita della attuale condizione economica e politica rappresenta un freno sulle strategie di sviluppo.

È quanto emerge dalla presentazione dei dati dell’Osservatorio della Metalmeccanica del Friuli Venezia Giulia, presentato oggi nella sala “Bruno de Finetti”, del Dipartimento DEAMS dell’Università degli Studi di Trieste.

Giunto alla sua terza edizione, il report ideato e coordinato dal Cluster della Metalmeccanica regionale COMET, riunisce le banche dati di Innovation Intelligence FVG, strumento sviluppato da Area Science Park che sintetizza in un’unica piattaforma le numerose fonti di dati che misurano i diversi indicatori del sistema economico regionale,della Direzione Studi di Intesa Sanpaolo, di Università degli Studi di Trieste e Università degli Studi di Udine.

Lo studio sinergico a cui contribuiscono i prestigiosi attori del panorama regionale, mettendo a disposizione il proprio know-how, traccia un’analisi quantitativa e qualitativa delle condizioni del comparto produttivo e ne restituisce non solo un’immagine attuale nitida, ma anche una proiezione dei possibili percorsi di sviluppo futuro.

Ad aprire l’incontro, l’intervento di Sergio Emidio Bini, Assessore alle attività produttive e Turismo della Regione Friuli Venezia Giulia:

“L’Osservatorio della Metalmeccanica si conferma uno strumento di fondamentale importanza per comprendere gli sviluppi e le tendenze in atto in uno dei settori chiave dell’economia regionale. Come emerge chiaramente da quest’ultima fotografia del comparto, le imprese che in questi anni hanno investito in efficientamento e transizione energetica hanno non solo una performance migliore, ma anche strumenti più efficaci per resistere all’attuale congiuntura. Da questo punto di vista, il Friuli Venezia Giulia ha un ruolo di apripista: con il recente bando da 70 milioni di euro per incentivare l’autoproduzione di energia rinnovabile nelle imprese abbiamo sostenuto le progettualità di oltre mille aziende. Altrettanto innovativo è stato il grande lavoro di mappatura portato avanti con il Masterplan per il recupero di capannoni e la riqualificazione di aree industriali degradate. Se il presente è caratterizzato dall’incertezza, le imprese del Friuli Venezia Giulia trovano nella Regione un punto fermo: negli ultimi sei mesi abbiamo immesso nel tessuto produttivo circa 290 milioni di euro, un impegno che proseguirà anche con la prossima manovra di stabilità”.

I RISULTATI DELL’OSSERVATORIO DELLA METALMECCANICA FVG

Area Science Park ha mappato le più di 5.000 aziende del comparto metalmeccanico regionale, restituendo un’immagine nitida del settore elettro-meccanico e delle filiere collegate.

Con un quadro economico in forte evoluzione e un complessivo rallentamento da parte dell’economia regionale, si attesta che, confrontando l’andamento delle imprese della metalmeccanica in Friuli Venezia Giulia negli anni precedenti, nonostante un complessivo aumento tra il 2021 e il 2022 (+ 0.4%), si registra una calo del numero di imprese tra il 2022 e il 2023. Il dato è in linea con il complessivo rallentamento della crescita economica regionale, comprovata anche da una diminuzione del -0,5% delle imprese della manifattura, e derivante anche dalla complessiva diminuzione della produzione industriale. La decrescita, però, risulta modesta in quanto nel primo semestre del 2023 il settore della meccanica ha registrato un incremento delle vendite, come afferma l’aggiornamento congiunturale di Banca D’Italia sul Friuli Venezia Giulia.

In controtendenza risulta il Pordenonese, in cui si registrano segni di resilienza e un aumento del numero delle aziende, a conferma della sua posizione trainante per il settore, con 7,1 imprese della metalmeccanica ogni 100.

L’innovazione e la sostenibilità trainano la crescita

Osservando i dati relativi all’innovazione, è corretto affermare che le imprese della metalmeccanica continuano a registrare una buona performance in Ricerca & Innovazione. Il primo segnale si riceve nella attività di brevettazione, che registra un +16% di imprese depositanti di almeno un brevetto, italiano o europeo.

Sono 241 le imprese che tra il 2012 e il 2022, hanno depositato in totale 1.708 brevetti, di cui una grande maggioranza (1.051) con un codice brevettuale del settore Mechanical Engineer. Di questi, 382 fanno riferimento al campo tecnologico Machine Tool e 233 Thermal process and apparatus, a testimonianza della forte vocazione brevettuale per l’innovazione termo-meccanica in senso stretto.

Tenendo sempre conto dei brevetti depositati, è interessante monitorare i Green Patents – ovvero le innovazioni che hanno il preciso obiettivo di portare un miglioramento ambientale – che nel caso delle imprese della metalmeccanica per il periodo 2012-2022 sono 108, e presentano principalmente codici relativi al settore Chemistry (65) e Mechanical Engineer (59).

Un altro segnale, seppur con numeri inferiori, è rappresentato dalla capacità di approcciare bandi competitivi come quelli europei. Infatti, con il lancio del nuovo programma quadro Horizon Europe, le aziende della metalmeccanica sono riuscite a cogliere questa opportunità.

Da una prima analisi, emerge che le imprese della metalmeccanica FVG si impegnano principalmente in progetti legati ad environmental engineering (keyword citata 33 volte) computer and information sciences – 29 – ed electrical engineering, electronic engineering, information engineering – 27.

Un importante punto è rappresentato dalla performance delle imprese della metalmeccanica in termini di sostenibilità ambientale: sono 142 le aziende che hanno dato segnali di voler promuovere la sostenibilità ambientale della manifattura regionale in generale.

A illustrare i dati, è intervenuto per Area Science Park Enrico Longato: “A un anno dalla sua prima edizione, i dati ci restituiscono l’immagine di un comparto che risente sì della congiuntura attuale, caratterizzata dall’incertezza a più livelli, ma che al tempo stesso conferma una spinta verso l’innovazione. Particolarmente interessante è stato rilevare la correlazione tra innovazione e sostenibilità in quanto delle 142 aziende che presentano segnali di sostenibilità ambientale, il 92% presenta anche segnali di innovazione, avallando così la tesi che l’attenzione alla sostenibilità porta con sé ricadute importanti in innovazione intesa come brevettazione, certificazione, e finanziamenti regionali e comunitari. Questo dato ci mostra una possibile via per garantire un futuro aziendale competitivo.”

Fatturati in crescita grazie all’efficientamento dei sistemi produttivi

L’analisi dei dati di bilancio svolta dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa San Paolo, ha preso in considerazione un campione di 1.828 aziende del Friuli Venezia Giulia di cui la metà circa appartiene al settore dell’elettromeccanica e delle filiere collegate, per un totale di 11,8 miliardi di euro di fatturato nel 2022 e un Margine Operativo Lordo (MOL) di poco meno di 1 miliardo.

Dallo studio risulta che, per le aziende prese in esame, l’evoluzione del fatturato rispetto al 2021 è stata rilevante e ha segnato una crescita del +14,7%, in linea il dato relativo alla manifattura italiana cresciuta del +15,2% a prezzi correnti.

Se, nel 2022, era prevedibile un aumento dei ricavi, anche alla luce dell’aumento dei prezzi delle materie prime e dei prodotti energetici, non altrettanto scontata era la tenuta della redditività delle aziende.

Il risultato dell’analisi mette in luce che non solo il comparto elettromeccanico regionale ha accresciuto il livello aggregato del proprio Margine Operativo Lordo del +14,1%, superando la variazione del resto del manifatturiero regionale (+11,2%) e quella dell’elettromeccanica del resto d’Italia (+7%), ma ha segnato un miglioramento anche nella marginalità unitaria. L’EBITDA margin delle aziende dell’elettromeccanica del Friuli Venezia Giulia si è rafforzato, infatti, il valore mediano è passato nel 2022 al 10,7% rispetto al 10,1% del 2021, in controtendenza rispetto all’elettromeccanica del resto d’Italia. Risulta interessante notare che la crescita è diffusa a tutte le dimensioni aziendali e interessa soprattutto le micro e le piccole imprese. Questi risultati sono la conseguenza di molteplici fattori: è possibile che lo shock dei prezzi e le incertezze negli approvvigionamenti abbiano spinto le imprese a rivedere e a efficientare i propri processi produttivi e organizzativi interni oppure, un sostegno importante può essere giunto anche dai contributi governativi ottenuti per contrastare i rincari energetici; infine, un beneficio importante è certamente frutto dell’autoproduzione di energia che ha confermato come la scelta di investire in rinnovabili sia stata vincente.

“La crescita complessiva della metalmeccanica della Regione è trainata dalle realtà che stanno investendo nella transizione energetica e digitale – commenta Francesca Nieddu, direttrice regionale  Veneto Est e Friuli Venezia Giulia Intesa Sanpaolo –. Le aziende che si stanno muovendo in questa direzione, anche in virtù dell’appartenenza a filiere internazionali, hanno incrementato il fatturato e la marginalità. La nostra banca può fare molto per le imprese che hanno già intrapreso questo percorso e anche per quelle che si avviano a farlo; grazie ai 410 miliardi destinati a sostenere progetti e investimenti in linea con gli obiettivi del PNRR, di cui 76 miliardi dedicati all’ autonomia energetica delle imprese italiane e allo sviluppo di Comunità Energetiche Rinnovabili le accompagniamo nel percorso di transizione sostenibile.”

Governare l’incertezza: presente e futuro della Metalmeccanica FVG

A completamento dei dati analizzati da Area Science Park e dalla Direzione Studi di Intesa San Paolo, l’instant poll condotto dai dipartimenti di Economia delle Università di Trieste e Udine su un campione di quasi cento imprese regionali operanti nel settore della metalmeccanica sul mercato nazionale e internazionale.

I due atenei hanno agito con il duplice obiettivo: il primo è ottenere un dato attuale sulle variazioni di fatturato a fine 2023 rispetto al 2024, e sulle aspettative per il prossimo anno, considerata la riduzione della domanda dopo un periodo positivo; il secondo scopo è comprendere come le imprese stanno affrontando le incertezze provenienti dal fronte economico, politico e sociale, ma anche quello tecnologico e ambientale.

Dalle interviste risulta che la maggioranza delle imprese ha un profilo pressoché evoluto, poiché sono attente all’innovazione e internazionalizzate e, per quanto non rappresentative di tutta la meccanica regionale dal punto di vista statistico, sono un campione interessante proprio perché potenzialmente più ricettivo rispetto alle sfide che l’attuale scenario globale propone.

La difficoltà a fare previsioni corrette è confermata dalla variazione che si registra sulle aspettative rispetto all’andamento del fatturato, infatti, aumento, stabilità e decremento dei ricavi quasi si equivalgono. L’incertezza economica e politica è quella che, secondo gli intervistati, maggiormente condiziona l’operatività e le decisioni strategiche, mentre le incognite che riguardano lo scenario tecnologico e sociale non sembrano preoccupare gli imprenditori, anche se i più propensi all’innovazione affermano di sentire di più le pressioni di un paradigma tecnologico in cambiamento. Questo fattore, però, non sembra costituire un freno per il futuro. Infatti, uno degli effetti principali di questo quadro di incertezza, ancora più evidente proprio tra le imprese che investono in ricerca e sviluppo, è accelerare ulteriormente sui piani di innovazione di processo, prodotto e investimento in nuove tecnologie, strumento che rappresenta un potenziale contributo alla carenza di lavoratori, oltre che una leva per mantenere o accrescere la competitività.

Spiega il professor Guido Bortoluzzi del Dipartimento DEAMS – Dipartimento di Scienze Economiche,  Aziendali, Matematiche e Statistiche “Bruno de Finetti”di UniTs

“L’instant poll ci restituisce un quadro governato soprattutto dall’incertezza economica e politica. Un’incertezza che si traduce in difficoltà a fare previsioni affidabili sul fatturato. L’outlook per il 2024 appare comunque peggiore di quello del 2023 per una parte consistente del campione. Soffre di più l’incertezza chi è maggiormente esposto ai mercati internazionali per comprensibili ragioni. La componente di subfornitura del campione patisce di più una certa incertezza tecnologica, probabilmente derivante dalle richieste di integrazione in ecosistemi e piattaforme da parte delle imprese committenti”.

Aggiunge la professoressa Maria Chiarvesio del Dipartimento di Scienze Economiche e Statistiche di UniUd: “Questo quadro, che rende oggi difficile valutare il futuro, non sembra tuttavia essere un freno rispetto ai piani di investimento delle imprese. Le imprese intendono accelerare in particolare sugli investimenti in innovazione, macchinari e tecnologia, leve principali messe in campo per affrontare l’incertezza. Di fronte a un contesto economico e politico non chiaro, la risposta non è fermarsi ad aspettare che il quadro diventi più comprensibile, ma proiettarsi in avanti, proseguire sui progetti avviati per rimanere competitivi.”

Le conclusioni di Sergio Barel, presidente di Cluster COMET

A conclusione dell’incontro è intervenuto Sergio Barel, Presidente di Cluster COMET: “L’incertezza si affronta con il Movimento.  È fondamentale comprendere che l’incertezza non deve mai tradursi in inazione, nello ‘stare fermi’. L’immobilismo non è una risposta valida; al contrario, è proprio in questi momenti che dobbiamo essere più agili, pronti a sperimentare, ad adattarci e a innovare. Dobbiamo predisporre organizzazioni che siano preparate a gestire l’incertezza di fronte a noi. È impossibile e sbagliato pensare che possano essere pronte a qualcosa che non conosciamo. Per essere preparati dobbiamo conoscere, studiare ed ‘imparare’ diversi scenari e rivisitare il nostro ‘sapere’ ed il modello di business che adottiamo. L’incertezza, se affrontata con coraggio e lungimiranza, può diventare un terreno fertile per la crescita e l’evoluzione”.

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