Le donne rischiano di essere le prime vittime dell’ Intelligenza Artificiale (IA) sul mercato del lavoro. È quanto emerge da uno studio condotto da Censis-Confcooperative che mette in luce la vulnerabilità delle lavoratrici rispetto ai lavoratori maschi: il 54% dei lavoratori a rischio di sostituzione e il 57% di quelli con alta complementarietà con l’IA sono donne. Questo evidenzia un’accentuazione del gender gap nel mondo del lavoro, con le donne che rischiano di essere penalizzate dall’automazione e dall’adozione di tecnologie avanzate.
La sfida dell’IA e il rischio di disuguaglianza di genere
Entro il 2035, l’IA contribuirà a una crescita del Pil pari a 38 miliardi di euro (+1,8%), ma porterà anche un rischio significativo di sostituzione per circa 6 milioni di lavoratori, di cui 130.000 nel solo Friuli Venezia Giulia. Tuttavia, non tutti saranno sostituiti dall’IA: circa 9 milioni di persone potrebbero vedere l’IA integrata nelle loro mansioni, coinvolgendo complessivamente 15 milioni di lavoratori a rischio o potenzialmente beneficiari di interazioni con l’intelligenza artificiale.
Le professioni più colpite dalla sostituzione saranno quelle intellettuali automatizzabili, come le professioni contabili, mentre quelle con alta complementarietà includono figure come avvocati, magistrati e dirigenti. La sfida non riguarda solo il rischio di sostituzione, ma anche la possibilità che l’IA possa supportare e arricchire il lavoro umano, creando nuove opportunità di integrazione.
Un’opportunità di crescita per le donne nel mondo del lavoro
Nonostante i rischi, i dati mostrano una crescita positiva della partecipazione femminile al mercato del lavoro in Friuli Venezia Giulia. Il numero di donne in ruoli di responsabilità è in costante aumento. Nel settore cooperativo, ad esempio, le donne sono passate dal 52% nel 2016 al 59% attuale tra gli addetti, secondo uno studio condotto da Confcooperative Fvg su 500 cooperative associate.
Il 28% dei presidenti di cooperative sono donne, un aumento rispetto al 24% di dieci anni fa, e il 31% dei componenti dei Consigli d’Amministrazione è femminile, in crescita rispetto al 27% di un decennio fa. Inoltre, il 32,4% delle cooperative in Friuli Venezia Giulia ha una maggioranza di soci donne, e il 44,4% dei soci delle cooperative sono donne. Tra i migranti extra-Ue, il 57,5% degli occupati è rappresentato da donne.
Il futuro dell’occupazione femminile
L’aumento della partecipazione femminile al lavoro in Friuli Venezia Giulia è un segnale positivo, ma la sfida per il futuro è garantire che le donne non siano svantaggiate nell’adozione delle nuove tecnologie. Secondo le stime dell’Istituto Europeo per la Parità di Genere, se l’Italia riuscisse ad equiparare il tasso di occupazione femminile a quello maschile entro il 2050, il Pil del Paese potrebbe crescere del 12%.
Come sottolinea Mirella Berdini, coordinatrice regionale della Commissione Dirigenti Cooperatrici di Confcooperative Fvg, l’IA deve essere utilizzata per mettere la persona al centro, con l’intelligenza artificiale al servizio dei lavoratori e non viceversa. È essenziale che l’integrazione dell’IA nel mondo del lavoro non crei ulteriori disuguaglianze, ma favorisca una crescita inclusiva che coinvolga attivamente anche le donne, consentendo loro di contribuire ancora di più alla crescita economica e sociale.