Fiume Veneto commemora Mattmark: memoria e giustizia sessant’anni dopo
Fiume Veneto partecipa per la prima volta alle commemorazioni di Mattmark in Svizzera, ricordando le vittime della tragedia e l’emigrazione italiana.


Sessant’anni dopo la tragedia di Mattmark, la comunità di Fiume Veneto ha reso omaggio a una delle pagine più dolorose della storia dell’emigrazione italiana.
Per la prima volta, il Comune ha partecipato ufficialmente alle celebrazioni in Svizzera, portando il proprio gonfalone e la vicinanza ai familiari delle vittime.
Il Sindaco Jessica Canton ha preso parte alle cerimonie che hanno riunito sopravvissuti, autorità civili e religiose, in un momento di memoria collettiva che ha attraversato i decenni.

Un evento che rievoca il dolore dell’emigrazione e ricorda storie di sacrificio simili a quelle celebrate durante altre commemorazioni dedicate alla memoria e alla comunità, come la Notte romantica nei borghi del Friuli.
Una targa simbolo di memoria e giustizia
La serata di giovedì 29 agosto si è aperta a Naters, in una sala gremita, con interventi istituzionali, canti corali e la proiezione di un documentario che ha riportato alla luce le ingiustizie subite dai familiari delle vittime.
Il Sindaco Canton ha consegnato una targa commemorativa a Ilario Bagnariol, fiumano emigrato in Svizzera nel dopoguerra e sopravvissuto al crollo del ghiacciaio: un gesto che ha voluto riconoscere il sacrificio di un’intera generazione di emigranti in cerca di lavoro e dignità.

“Fiume Veneto non dimentica i suoi cittadini e i sacrifici che hanno compiuto” – ha sottolineato il Sindaco – ribadendo l’importanza di coltivare la memoria come monito per le nuove generazioni.
La cerimonia in quota e le scuse del Cantone Vallese
Il giorno successivo, la commemorazione si è spostata sui luoghi stessi della tragedia, in cima alle Alpi svizzere, con la celebrazione della Santa Messa a cui hanno preso parte oltre 600 persone.
Tra i momenti più intensi, la testimonianza di un’infermiera oggi novantacinquenne, che fu tra le prime a giungere sul luogo del disastro nel 1965.

Storico il gesto del Presidente del Governo del Cantone Vallese, Mathias Reynard, che ha rivolto le scuse ufficiali alle famiglie e alla comunità italiana, riconoscendo la gestione catastrofica della tragedia e la mancanza di umanità dimostrata all’epoca.

La presenza di gonfaloni, associazioni come ANMIL, EFASCE e l’Associazione Bellunesi nel Mondo, insieme a sindaci e istituzioni italiane, ha reso la commemorazione un ponte di memoria che unisce passato e futuro.

Un filo di memoria e di identità collettiva che richiama anche altri eventi di partecipazione e comunità nel Nordest, come le sagre ed eventi del Friuli, dove la tradizione si lega alla storia e al senso di appartenenza.