Friuli Venezia Giulia: 2,3 miliardi l’anno in solidarietà al resto d’Italia. Ecco perché

Il Friuli Venezia Giulia, senza spese militari, dà 2,3 miliardi all’anno in solidarietà al resto del Paese. Scopri cosa significa davvero il residuo fiscale.

13 settembre 2025 07:58
Friuli Venezia Giulia: 2,3 miliardi l’anno in solidarietà al resto d’Italia. Ecco perché -
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Anche se poco visibile agli occhi dell’opinione pubblica, il residuo fiscale è un indicatore che racconta molto della solidarietà economica tra le diverse regioni italiane. In particolare, il Friuli Venezia Giulia, spesso percepito come beneficiario in virtù del suo Statuto speciale, in realtà, dà al resto del Paese 2,3 miliardi di euro all’anno, se si escludono le spese militari.

Questo sorprendente dato emerge da una delle tre ipotesi di calcolo elaborate dalla Banca d’Italia, l’unica istituzione in grado di stimare il residuo fiscale. Una voce spesso utilizzata da chi, come Veneto e Lombardia, spinge per una maggiore autonomia regionale.

Il tema è riemerso recentemente anche nel dibattito sull'autonomia differenziata, mentre sul territorio friulano si moltiplicano eventi legati all’identità regionale e alla valorizzazione locale, come Friuli Doc e le sue eccellenze.

Cosa significa residuo fiscale e perché il FVG risulta “virtuoso”

Il residuo fiscale è la differenza tra quanto la Pubblica Amministrazione spende in una regione e quanto incassa dai contribuenti dello stesso territorio. Se la spesa supera le entrate, il saldo è positivo e indica un’area “beneficiaria”. Se invece le entrate superano la spesa, si parla di saldo negativo, e la regione diventa contributrice netta.

Nel caso del Friuli Venezia Giulia, a fare la differenza è il criterio del beneficio, cioè l’attribuzione della spesa secondo chi effettivamente usufruisce dei servizi pubblici, a prescindere dalla loro ubicazione. Seguendo questa logica, molte spese militari distribuite sul territorio nazionale vengono considerate come “godute” anche dai residenti del FVG.

Risultato? Il residuo fiscale primario del Friuli Venezia Giulia risulta negativo per 721 euro pro capite, pari a circa 2,3 miliardi in valori assoluti. In altre parole, la regione versa più di quanto riceve. Una cifra tutt’altro che irrilevante.

Veneto e Lombardia: saldo ancora più pesante

Se allarghiamo lo sguardo alle altre regioni del Nord, la fotografia è ancora più marcata. Nel 2019, il Veneto ha versato 13,2 miliardi in più rispetto a quanto ha ricevuto dallo Stato. Ogni cittadino veneto ha contribuito con 2.680 euro al bilancio nazionale. In Lombardia il dato pro capite arriva addirittura a 5.090 euro.

Questi numeri sono uno degli argomenti chiave delle richieste di autonomia differenziata, già sostenuta da referendum in entrambe le regioni. I promotori ritengono che un maggior controllo delle risorse prodotte localmente potrebbe ridurre le disparità e incentivare la gestione più efficiente dei servizi pubblici.

Anche nel FVG il tema dell’efficienza amministrativa è molto sentito, come dimostra il recente investimento in nuove infrastrutture scolastiche, tra cui l'inaugurazione della scuola primaria di Remanzacco.

Sud Italia: saldo positivo, ma non per colpa loro

La situazione si ribalta nel Mezzogiorno. Regioni come Calabria, Sicilia e Puglia presentano un residuo fiscale positivo, cioè ricevono più di quanto versano. Ma attenzione: questo non è necessariamente un’anomalia. La causa principale non è una spesa eccessiva, ma redditi medi più bassi e quindi minor gettito fiscale.

È quindi un fenomeno che rispecchia la funzione redistributiva dello Stato centrale, storicamente orientata a garantire servizi uniformi anche nelle zone meno sviluppate. Ecco perché, pur con molte contraddizioni, il meccanismo continua a reggere.

Questo tipo di solidarietà economica è parte integrante della logica costituzionale italiana, ma diventa controverso quando gli squilibri persistono nel tempo. Soprattutto se non accompagnati da politiche strutturali di crescita e sviluppo per le aree che ne beneficiano.

Il dibattito continua, tra centralismo e richiesta di riforme

Secondo l’Ufficio studi della CGIA di Mestre, la gestione centralizzata delle risorse ha ampliato le disparità territoriali, alimentando il malcontento in alcune regioni. Le richieste di maggiore autonomia si fondano proprio sulla volontà di trattenere una quota maggiore del gettito fiscale, da reinvestire localmente.

In questa prospettiva, anche il Friuli Venezia Giulia può giocare un ruolo da protagonista, portando esempi virtuosi sia nella gestione delle risorse, sia nella valorizzazione dell’identità territoriale. Non a caso, l’attenzione verso i temi ambientali, sanitari e scolastici si traduce in iniziative concrete come quelle legate ai percorsi salute e inclusione nei Comuni del FVG.

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