Infermieri di Gaza, la denuncia del Nursing Up: “Strage silenziosa tra fame e malattie”

Gaza, infermieri uccisi da bombe, malattie e fame. Nursing Up: “Servono corridoi umanitari e azioni concrete, non più parole”.

01 settembre 2025 08:46
Infermieri di Gaza, la denuncia del Nursing Up: “Strage silenziosa tra fame e malattie” -
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GAZA – «I nostri colleghi non muoiono solo sotto le macerie degli ospedali bombardati. Muoiono anche di malattie, senza cibo e senza acqua, insieme alla popolazione civile che avrebbero voluto curare». Così Antonio De Palma, presidente del Nursing Up, descrive la tragedia che sta cancellando ogni diritto in Medio Oriente.

Secondo fonti internazionali, dall’inizio del conflitto sono morti oltre 1.300 operatori sanitari, tra cui centinaia di infermieri e ostetriche. Il 95% delle strutture ospedaliere risulta danneggiato o fuori uso. Una situazione che richiama alla mente altre emergenze umanitarie, come l’allarme lanciato in Friuli Venezia Giulia per fenomeni estremi che colpiscono la popolazione civile.

Epidemie e mancanza di cure

Molti professionisti sanitari sono morti sotto i bombardamenti che hanno distrutto ospedali e ambulanze, luoghi che dovrebbero essere neutrali secondo il diritto internazionale. Altri hanno perso la vita per mancanza di cure o a causa delle stesse epidemie che tentavano di contrastare.

Il collasso del sistema sanitario ha portato a un dramma ulteriore: oltre 300 persone, in gran parte bambini, sono decedute per malnutrizione. «Il sacrificio degli infermieri di Gaza – ha dichiarato De Palma – è un grido che non può cadere nel vuoto. Hanno assistito i pazienti fino all’ultimo istante, pagando con la vita la fedeltà alla loro missione».

Un sacrificio che richiama la necessità di difendere la dignità umana, come avviene anche attraverso percorsi di sensibilizzazione culturale e civica in Italia, ad esempio iniziative come quelle descritte in eventi dedicati alla memoria e alla coscienza civile.

L’appello al Governo italiano

Il Nursing Up chiede al Governo italiano un intervento deciso per fermare questa «strage insensata». Le richieste avanzate dal sindacato sono chiare:

  • cessazione immediata delle ostilità e apertura di corridoi umanitari sicuri;
  • protezione legale e sanitaria per gli operatori sanitari;
  • sostegno alle iniziative di solidarietà promosse dagli infermieri italiani.

«Non è più tempo di parole, servono azioni concrete da parte della comunità internazionale – conclude De Palma – per fermare l’orrore. Difendere medici e infermieri di Gaza significa difendere l’essenza stessa della cura e dell’umanità».

Un appello che si intreccia con le tante voci che dal Friuli Venezia Giulia e dal Veneto chiedono attenzione sui diritti e sulla giustizia, come già accaduto in altre vicende simbolo che hanno colpito la coscienza collettiva, tra cui il ricordo della battaglia per Giulio Regeni e la mobilitazione raccontata in articoli come Regeni e Aquileia.

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