PORDENONE – La notizia ha sconvolto la comunità: l’aggressione avvenuta il 22 agosto lungo via Riviera del Pordenone, chiusa al traffico per lavori, ha lasciato un segno profondo nella città friulana. Il questore Giuseppe Solimene ha confermato la risoluzione del caso, chiuso due ore dopo l’incidente grazie alle telecamere di sorveglianza e alla testimonianza di un giovane immigrato che ha soccorso le due donne vittime dell’aggressione.
L’aggressione che ha scosso la città
La mattina del 22 agosto, intorno alle 10.30, una violenza improvvisa ha avuto luogo in via Riviera del Pordenone. Un uomo, descritto come un extracomunitario con problemi psichici conosciuti in ospedale, ha attaccato madre e figlia senza apparente motivo. Le immagini delle telecamere e le parole del giovane straniero che ha assistito alla scena e prestato aiuto sono state fondamentali per l’identificazione del colpevole. Questo atto di brutalità ha scatenato rabbia e paura tra i cittadini, riflettendosi nelle conversazioni quotidiane in bar e piazze.
Il contesto dell’aggressione
Il profilo dell’aggressore ricorda tragicamente altri eventi di cronaca, come l’omicidio di Sharon Verzeni, accoltellata senza motivo da Moussa Sangarem, un 31enne italiano con problemi psichiatrici. La similitudine nei comportamenti e nelle caratteristiche degli aggressori accentua la preoccupazione pubblica riguardo alla sicurezza e alla gestione dei disturbi mentali.
La risposta delle autorità e le preoccupazioni locali
Il questore Solimene ha sottolineato l’impegno quotidiano della Polizia di Stato nella prevenzione e nel controllo dei crimini. Tuttavia, l’argomento del rimpatrio degli stranieri con problemi legali è un tema “estremamente sentito”, come evidenziato dallo stesso questore. La gestione di tali situazioni, per quanto complessa, deve avvenire nel rispetto della legge e delle procedure previste.